Mattia Camellini giustamente afferma:
“Se qualcuno vi dicesse che per raggiungere una persona che abita davanti a voi, anziché attraversare semplicemente la strada, d’ora in poi dovete: prendere l’autobus che vi porta alla stazione; da qui raggiungere in metropolitana il centro città dove cercherete per mezz’ora un taxi, che dopo una serie di ingorghi vi lascerà finalmente davanti casa vostra ma dall’altro lato del marciapiede: voi che cosa pensereste?
Che forse è uno scherzo, e neanche tanto divertente, o che è matto.
Eppure, secondo le regole del nuovo elenco telefonico, è proprio quello che tutte le associazioni Non Profit dovranno fare d’ora in poi per contattare i potenziali donatori. Sì, proprio gli stessi di prima!
Come è noto, la legge sulla Privacy consente alle Onlus di utilizzare l’archivio elettorale per le campagne di raccolta fondi, mentre ha tassativamente vietato l’uso di quello telefonico.
È sicuramente un segno di attenzione verso questo settore, visto che il Profit non può utilizzare né l’uno né l’altro database, come ho già scritto in altre occasioni su Prometeo. C’è però un problema: le associazioni utilizzano ormai da qualche decennio l’archivio telefonico per le loro campagne, hanno ottimizzato al massimo il modo di trattarlo e renderlo efficiente. Ne conoscono pregi e difetti, e calibrano gli investimenti con molta precisione evitando inutili sprechi. Ora gli si chiede di abbandonarlo immediatamente e di passare all’archivio elettorale. Ma a differenza di quello telefonico, che si può considerare un database “familiare”, quello elettorale è un archivio “individuale” dove si rischia di inviare alla stessa famiglia, anzichè una sola lettera, tante lettere uguali quanti sono i componenti adulti: con quale spreco di denaro (per le associazioni) e quale fastidio (per chi le riceve) è facilissimo immaginare. Non parliamo poi dei costi per ottenere questo archivio andando Comune per Comune a richiederlo e del suo livello di aggiornamento non proprio ideale.
Ma se questo fosse il (caro) prezzo da pagare per non disturbare quei 26 milioni di utenti telefonici che non vogliono ricevere mailing “pubblicitarie”, sarebbe anche comprensibile e logico. E invece no, quei 26 milioni di utenti (e anche i loro familiari come abbiamo visto) saranno contattati lo stesso perché i loro nomi sono tutti nell’archivio elettorale. E dunque le associazioni, come nell’illustrazione di Steinberg che ho scelto per questo articolo, andranno sì da “a” a “b” ma senza attraversare la strada. E questa volta, purtroppo, non è uno scherzo.
Allora, dimostrato che l’uso di questo o di quell’archivio è del tutto ininfluente sul risultato finale (cioè scrivere alle stesse persone), mi viene spontaneo fare una proposta: perché al Non Profit non si lascia la possibilità, come c’è in molti paesi europei e negli Stati Uniti, di utilizzare liberamente l’archivio telefonico, depurato ovviamente dei nominativi che hanno chiesto esplicitamente di non essere contattati? ”
Come dargli torto? VM