17 Dicembre 2005

Fund Raising? Asta solidale innovativa – tratto da La Repubblica di oggi

Vi riporto questo interessante articolo che ho trovato sul numero odierno de “La Repubblica”
Asta su eBay organizzata da Grisham e King con altri scrittori chi offre di più avrà il suo nome nei loro romanzi. L’asta dei re del thriller “Paga e sarai nel mio libro” . C’e’ anche una parte non negoziabile: si potrà essere un buono o un serial killer. Il ricavato andrà al “Fondo per la difesa della libertà di pensiero”. Per saperne di più clicca su

Se la prospettiva di essere sbranati e divorati vivi da uno zombie vi attira, o se preferite invece la parte di coloro che sbranano vivi clienti e avversari in tribunale nelle vesti di avvocato, il mondo della fantasia romanzesca è pronto ad accontentarvi – naturalmente a pagamento
– per una buona causa.

Dodici tra i più letti autori americani, dal maestro dell’horror Stephen King al genio del legal thriller John Grisham, vi offrono una parte nel
loro prossimo romanzo, in cambio di un’offerta al Fondo americano per la difesa della libertà di pensiero, di stampa e di opinione. Grandi
romanzieri che scendono i campo in difesa di noi piccoli giornalisti, perché la libertà di pensiero è un bene comune, senza neppure i confini,
sempre più permeabili secondo i critici, tra fiction e news.

Che un autore “si venda” così apertamente, che giganti milionari dei best sellers rinuncino a un pezzettino della loro autonomia creativa,
scandalizzerebbe i puristi se il diritto di cronaca e il diritto di critica, editoriale o letterario, non fossero facce della stessa
fondamentale libertà insidiata da un nemico sempre più sfacciato e prepotente, nascosto sotto i velari della difesa della vera fede, della
civiltà minacciata e armati di quel passepartout censorio che va sotto il nome di “guerra al terrorismo”.

E’ stato, tra le altre cose, proprio un codicillo inserito nel “Patriot Act”, la legge restrittiva approvata dal Congresso nel panico del post
11/9, quello che autorizza il grande fratello a spiare i lettori nelle biblioteche pubbliche e a registrare su computer quali libri essi
prendano in prestito, a gettare nel terrore anche professionisti della paura come King e a svegliare il difensore dei diritti civili in Grisham.

“Tutti noi che scriviamo, qualunque cosa scriviamo, noi che ci esponiamo in pubblico con le nostre opinioni, le nostre creazioni, i nostri
articoli o servizi, sentiamo un brivido correrci lungo la schiena, in questi tempi”, ha spiegato il promotore di questa “asta dei personaggi”,
il vincitore del premio Pulitzer 2001 per la “fiction”, Michael Chabon.

Come autore di un romanzo semimmaginario, “Le fantastiche avventure di Kavalier e Clay”, costruito sulla passione per i supereroi dei fumetti
negli anni 30 e sulla avventura di un profugo ebreo che fa fortuna in America disegnandoli, Chabon ha mietuto 15 milioni di dollari in diritti
d’autore, ma anche il sospetto che il cerchio della libertà di comunicazione, creazione e informazione si stia stringendo, in questa
riedizione del clima da caccia alle streghe anni Trenta. Lui è membro del direttivo di una associazione volontaria di avvocati specializzati
nella difesa del Primo Emendamento della Costituzione, quello che proibisce al Parlamento di promulgare leggi che limitino la libertà di
parola, e l’associazione aveva le casse asciutte, prova della scarsa passione che la guerra alla censura oggi suscita.

E’ stato lui a indossare la metaforica calzamaglia di Superman e a volare in difesa del Primo Emendamento. Ha mobilitato 15 dei suoi
colleghi scrittori di best sellers, King, Grisham, che è lui stesso avvocato, Amy Tan, la scrittrice di origine cinese autrice del magnifico
“The Joy Luck Club”, il dramma della madre nella Cina comunista, Nora Roberts, autrice di romanzi rosa dal fenomenale successo che hanno
venduto finora 75 milioni di copie, Lemony Snicket, scrittore per bambini, Dave Eggers che dopo il successo del suo bellissimo “Il lavoro
straziante del genio fantastico” è divenuto un blogger e una sorta di autore maledetto nello stile neo beat californiano, gestendo
provocatoriamente un commercio di opere piratate via Internet. Sedici autori in tutto, cartoonist compresi, hanno accolto l’idea di Chabon di
mettere all’asta su Ebay, dunque su Internet, ciascuno per dieci giorni, una parte, o particina, nel loro prossimo lavoro.

Quale parte, non è negoziabile. Soltanto il nome del vincitore apparirà, nei panni di un buono, di un cattivo, di una prostituta, di una serial
killer, di uno zombie, di un supereroe, magari inciso su una pietra tombale o nominato di sfuggita. Nessuno dei 16 ha accettato di vendere
altro che la citazione dell’offerente più alto, perché condizionare la propria libertà creativa contraddirebbe il proposito di difendere il
Primo Emendamento. Soltanto Grisham, che di questo gruppo è lo scrittore con la penna più crudele e brillante, si è impegnato ad assegnare il
nome di quella persona a “un avvocato per bene nel mio prossimo romanzo”. “Se ne troverò uno”, ha aggiunto con il suo humour asciutto.

L’asta su Ebay comincerà il 1° settembre e promette di essere seria. Quando la gara raggiungerà, se li raggiungerà, la quota di mille
dollari, l’offerente sarà chiamato di persona, per controllare che intenda davvero sborsare tanto per grattarsi il piccolo prurito del
protagonismo letterario. Altri best selling authors, come Scott Thurow e Michael Crichton, potrebbero unirsi all’asta per la difesa della libertà
di stampa e per il finanziamento di quelle cause legali anticensura che questa amministrazione di ultra destra e questo clima di mobilitazione
morale trova così irritanti e fastidiosamente liberal, di sinistra.

Nella prospettiva, ormai divenuta certezza, che l’ultimo arbitro costituzionale, la Corte Suprema, veda assurgere un buon numero di
giudici conservatori nominati da George W. Bush per sostituire gli anziani e i malati tra i nove “Supremi”, molti e abili avvocati saranno
necessari per perorare la causa della più fondamentale delle libertà costituzionali e per assistere giornalisti aggrediti da una magistratura
e da una stampa filo governativa sempre più intolleranti di critiche o di opposizione.

Il nuovo “settimo cavalleria” della libertà di opinione e di espressione del pensiero può sembrare un’armata bizzarra e comica, tra zombie,
fumetti, eroine svenevoli, neohippies, avvocati corrotti e personaggi da bambini, ma non ride quella Judith Miller, giornalista del New York
Times, in carcere da 42 giorni per non aver voluto rivelare le fonti dei propri articoli.

(17 agosto 2005)

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