“L’uomo che canticchia sotto la doccia è l’origine della grande lirica. Ha la stessa dignità: è solo una questione di percorso”
L’ha detto Pavarotti, simpatico e intelligente. Parafrasiamo: il bambino che si trastulla con una palla è l’origine del grande calcio. Il problema è il percorso. Ma non c’è percorso senza luogo.
Vi ricordate, genitori con i capelli brizzolati, le partite nel cortile, ai giardinetti, in strada o all’oratorio? Quelle che cominciavano alle tre e finivano col buio? Che quando arrivavano Mario e Francesco si cambiavano le squadre, finché poi Giovanni lo chiamava la mamma e Luigi s’era stufato? E allora stringiamo la porta, tre contro quattro va bene lo stesso, però Giuseppe te lo prendi tu, che è scarso?
Altra Italia, certo; e detesto chi rimpiange il passato. Lo spontaneismo poi lo lasciamo a Cruiff, l’olandese volante degli anni ’70, che oggi teorizza si torni al calcio di strada, dimenticando cosa è la strada oggi. Ma le leggi della società sono ferree come quelle della natura: dove c’è un vuoto, qualcuno lo occupa.
Non abbiamo costruito ambiti umani dove i nostri figli possano crescere integralmente e fare i loro passi umani; e allora li mandiamo a fare sport. Che è una forzatura perché lo sport è ragionevole da un certo punto in poi del percorso e (bestemmia!) lo sport non è per tutti. Mentre per tutti è il gioco, l’amicizia e la doccia.
Ecco perchè c’e’ uno straordinario bisogno di “uomini e luoghi nonprofit” e dei “servitori” del nonprofit, ovvero i fundraiser.
Senza nonprofit sarà molto difficile che recuperiamo quella “straordinaria” umanità che era “ordinaria” qualche tempo fa, ed oggi è sempre più introvabile!. Ma con i fundraiser “professionisti a percentuale” possiamo stare certi che non ritroveremo mai quei giorni. VM