Oggi ho letto una notizia interessante. La mia Università ha appena presentato il suo CODICE ETICO. Il testo lo si può trovare qua
L’idea magari è buona, anche se io mi chiedo: perchè darsi un codice etico? Le cose o sono reati o non lo sono.
Ha senso un codice deontologico per categorie professionali, ma un codice etico per l’università, che senso ha?
Nel Codice Etico vengono definite regole di condotta in 11 articoli, che riguardano, rispettivamente:
1. rifiuto di ogni ingiusta discriminazione; 2. abusi e fastidi sessuali (e che sarà un fastidio sessuale? Una malattia?); 3. libertà accademica; 4. proprietà intellettuale e plagio; 5. conflitto di interessi, con cinque differenti possibilità definite (siamo sempre in terra prodiana….); 6. Nepotismo e favoritismo (con l’imbarazzante introduzione delle figure di protetto e protettore); 7. Abuso della propria posizione (potremo chiedere a qualche studente in tesi di fare una fotocopia dell’articolo anche per noi?); 8. Uso delle risorse dell’Università; 9. Uso del nome e della reputazione dell’Università (e se si legge il punto b. ci si chiede se si potrà più dire, a qualche intervista o conferenza, che si è docenti universitari); 10. doni e benefici; 11. Informazioni riservate (potremo ancora raccontare aneddoti sull’ultimo consiglio di facoltà?) 12. Motivazione delle decisioni.
Nelle disposizioni attuative si invita a “familiarizzare con gli standard di condotta custoditi nel presente codice e emergenti dalle prassi interpretative; rivolgersi alla commissione etica per ottenere consiglio circa l’applicazione del presente codice o la condotta appropriata in relazione a fattispecie coperte dal presente codice (cioè bisogna chiedere consiglio alla commissione etica d’ateneo su quale sia la condotta appropriata da tenere sul favoritismo??? mi scusi, secondo lei posso prendere come dottorato lo studente che conosco da anni oppure devo fare un concorso nazionale per il più intelligente del reame? e come la mettiamo per i fastidi sessuali? )” e soprattutto a “osservare il presente codice e le prassi interpretative, anche segnalando prontamente alla commissione etica le condotte di dubbia conformità”.(denuncia del dissidente amorale? delazione?)
Si minaccia l’istituzione di un’apposita Commissione Etica che può anche proporre sanzioni disciplinari per gli inadempienti, e si consiglia poi di divulgare il codice con tutti i mezzi possibili.
E chi ci parteciperà, a questa commissione? Da dove saranno pescati gli integerrimi componenti?
Chiudo con una speranza: di non venire sanzionato dalla “commissione etica” per aver discusso di etica circa il “codice etico”. (VM)
P.s. La foto è autoesplicativa…