Si inizia a parlare di fund raising in politica. Esiste una legge per regolamentare il “finanziamento ai partiti”, che permette di fare un buon fund raising, e allo stesso tempo nuove forme di raccolta fondi stanno saltando fuori. Nuove forme, alcune dal sapore antico, tutto italiano. Vi racconto di un curioso questionario telefonico, accaduto qualche giorno fa a un mio amico bolognese.
L’altro giorno gli arriva una telefonata in cui una gentile signorina, dopo aver dichiarato di chiamare a nome della società Demos, gli chiede se era disponibile a rispondere a qualche domanda sulla giunta Cofferati. Ha risposto di si. Dopo una batteria molto ampia di domande su tutti gli aspetti rilevanti dell’amministrazione bolognese, la signorina ha continuato chiedendogli se va a fare spesa alla Coop, cosa ne pensa e se gli sembra che i prezzi siano diminuiti. Prego? Scusi, ma cosa c’entra la Coop con Cofferati?
Semplice: è una questione di fund raising…
Alla fine Cofferati si ritroverà fra le mani un sondaggio ben confezionato su cosa pensano i bolognesi di lui e della sua giunta, senza spendere un euro, ma le tre domande finali consentiranno alle Coop di giustificare la spesa, certo consistente, e di non violare alcuna norma. Se queste sono le premesse al “fund raising” politico, mi sembra un modo davvero eloquente, di quanto noi italiani siamo capaci di essere, per così dire, “eleganti”.
E per giugno abbiamo finito. Per stasera invece W l’Italia (Italia 3- Ucraina 0).
VM
P.s. Sia chiaro: il post non è per dire male di sinistra o dir bene di destra. Anche perchè, probabilmente, (ma non ne ho notizia), in Veneto o in Lombardia accadono più o meno la stesse cose. Il mio è solo un appuntino su come in Italia le premesse del fund raising politico siano davvero…buone! Insomma la Coop sei tu… chi puo’ dar(ti) di più!