E’ inziato da pochi giorni il mio viaggio di “aggiornamento” sul fund raising negli Stati Uniti, oggi sono in Indianapolis, poi andrò a Miami e a New York e infine ritornerò fino al 3 novembre in Indianapolis. Come forse molti voi sanno a Indianapolis c’e’ la The Fund Raising School of Indianapolis. I corsi e gli insegnanti, l’esperienza stessa di questiinsegnanti è veramente notevole, la voglia di condividire le best practice è grande. Se “cresci tu, cresco anche io” sembra essere lo slogan, altro che il micragnoso modo di fare formazione italiano “vorrei dirti, ma non posso, l’unica cosa che posso fare e che voglio è che ti voglio far sapere che so, così dopo mi vieni a chiedere una consulenza, e così vai a casa con l’acquolina in bocca”. Quanto dobbiamo crescere in Italia, soprattutto sotto il profilo etico.
(nella foto, la vista di Indianapolis all’alba fotografata dalla mia stanza di albergo).
Il viaggio è iniziato al meglio, alle 6.30 di domenica mattina dalla Stazione di Forlì, dove un incredibilmente pulito treno, mi accoglieva nella carrozza, tutto in ordine e puntuale (ma sono già negli States o sono ancora in Italia?) Alle 10 del mattino ho preso il primo volo per Parigi e poi Chicago e infine ultimo volo per Indianapolis.
Come molti di voi sanno ho vissuto quasi tre anni negli Usa (fra il 1992 e il 1995) e a New York, mi fa sempre una certa impressione ritornare in quella che è stata per me, la più importante esperienza di formazione, e anche di vita, e per certi versi, della mia giovinezza. Sono ritornato negli Stati Uniti circa 7 anni l’ultima volta e da allora non li avevo più visti.
Li trovo cambiati? Sicuramente l’america è l’america, non c’e’ che dire, sono solo piccoli i particolari che mi vengono in mente. La percentuale di obesi, che pure era molto alta anche allora, oggi è davvero grande, vedo sì e no ogni tanto qualcuno che non abbia la pancia, i controlli alla dogana sono davvero pressanti, e tutti si sono abituati a questa mancanza di piccole libertà (tutti, senza neanche che venisse chiesto, si tolgono le scarpe al controllo prima di entrare in aeroporto, se ci pensate è semplicemente pazzesco, centinaia di migliaia di persone camminano scalze per decine di metri in attesa del passaggio ai raggi X delle proprie scarpe), le città sono sempre pulitissime, almeno quelle che erano pulite allora (Indianapolis sembra un cimitero inglese, dal modo in cui vengono tenuti i prati e i building), quello che era sporco, è tuttora sporco. L’aria è tutto sommato serena e tranquilla. La maestosità dei building, la potenza espressa attraverso i grandi prati, i grandi building, i grandi ospedali, i grandi ristoranti, le grandi camere di albergo, i grandi letti ( la mia camera, che non è assolutamente delle più costose, è paragonabile ad una piazza, con televisore a cristalli liquidi da 40 pollici, non ce l’ho nemmeno in casa!). Tutto è e deve essere grande. E in questi primi giorni, tutto sembra funzionare in modo spettacolare.
Vi terrò aggiornato!