La mia è la generazione dei quarantenni…chi più (45) chi meno (35), ruotiamo intorno ad una generazione che oggi in Italia, appare sempre più disinteressata, fuori dalla politica, per certi aspetti fuori dal sociale. Molti di noi hanno fatto i soldi, o perchè sono bravi e competenti, o perchè sono furbi e hanno fatto qualche manovra azzardata, o perchè li hanno ricevuti dai genitori e li hanno, per il momento, mantenuti. Non so che ti po di generazione è questa per i sociologi (X,Y, Z, baby boomers…), ma ho ben presente i volti dei miei compagni di scuola (dallae elementari alle superiori) forlivesi, dei miei ex amici di università, ora quarantenni, la maggior parte solidamente avviata in un mestiere e in una professione, alcuni davvero in posizioni particolarmente importanti nella piccola città in cui vivo. Un mondo di persone che ha una marea di energie (economiche, umane, professionali…) molte volte non ben usate.
Ho partecipato alla ormai usuale raccolta fondi per il Centro Aiuto alla Vita, che noi “quarantenni forlivesi” facciamo ormai da qualche anno, guidati dalla “contessa” Giada Marchi in Giannelli e dalla “dott.ssa” Angelica..in Nicolucci. Basta loro una telefonata, uno sguardo “vieni alla cena, vero?”. Non è nemmeno un invito, è un “ordine”. E radunano 80 persone a 60 euro l’una, perchè loro sono stimate. La stima e la fiducia è alla base della raccolta fondi, non la richiesta di soldi. E la stima e la fiducia producono quasi 5000 euro in un una serata di raccolta fondi, (per un città come Forlì non è male!).
I quarantenni…che spreco tutto italiano. I migliori si dedicano alla propria famiglia e al proprio lavoro con passione e serietà. I più sono padri e madri premurosi, e grandi lavoratori. Ma sono fuori da ogni impegno civile, tantomeno politico. Bill Clinton a 56 è andato in pensione dopo otto anni da presidente degli Stati Uniti, Tony Blair ancora più giovane (ha un figlio nato durante il suo mandato di Primo Ministro), ma se in Italia non hai almeno 60 anni….
Un popolo di quarantenni da valorizzare, le cui competenze, energie e risorse economiche, non sono a servizio della città e del paese. Intanto qualche foto della festa, una normale festa di persone che non si ritroverebbero mai tutte insieme, se non fosse per una bella e grande causa. Ho qualche idea, l’Italia se lo merita, ve ne parlerò.
(VM)