21 Ottobre 2007

Io, cioè il mio laptop e il mio cellulare

MI sembra che l’America abbia avuto l’invasione dei cellulari più avanti di noi. Per molto tempo ha resistito il beeper (quella scatoletta nera che per un certo periodo abbiamo avuto anche noi, quella scatoletta che nei telefilm americani, chiama i medici in sala operatoria) ha bloccato l’invasione dei cellulari. Questa è una grande differenza rispetto a tanti anni fa,l’uso estremo (tutto deve per forza essere estremo altrimenti non è americano) del cellulare.
Mi sembra superiore anche a quello che se ne fa in Italia. Vedo spesso persone che hanno due cellulari (uno che stanno usando e uno in mano con cui mandano sms), lo usano tutti (tutti) gli studenti, non si limitano ad averlo, lo usano, parecchio: non ho incontrato nessuno che camminasse (da solo) senza telefonare, non c’è una persona (da sola) che rimane in attesa del bus che non sta parlando al cellulare: “ok ti chiamo dopo”, “ok ci sentiamo dopo”, quanti appuntamenti, quanti rilanci a qualcos’altro, quanti momenti di incontro a dopo, una vita vissuta a dopo, e mai adesso. Sempre in un altro momento. Non vivi ora, vivi dopo.
A dire la verità nei campus (sia in Florida dove sono, che in Indianapolis, vedo anche gruppi di persone che camminano insieme e ognuno impegnato in conversazione con il suo cellulare). Vedo spesso due, tre persone che camminano vicino, ognuno sembra impegnato (in modo non impegnato) con la sua conversazione.
E poi il laptop, c’e’ davvero l’invasione del laptop, nelle sale d’aspetto degli aeroporti la percentuale di persone che usano il notebook è davvero grande. Chi ci gioca, chi lo usa come musica, chi lo usa, come faccio io per telefonare, chi lo usa per continuare a lavorare, per usare tutto il tempo possibile.

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