Sono a cena con i miei colleghi di corso, è quasi la cena conclusiva. Domenica sarò a casa. Sono da Palomino, una specie di ristorante Italiano, che di Italiano ha ben poco. Macaroni, Rigatoni, Espresso è scritto un po’ dappertutto, ma la sostanza manca. Questo è cibo americano, altro che Italia. Ma il cibo è poco importante. Capito in un tavolo di fundraiser di tutto il mondo: Dawna del Children’s Hospital Foundation fo Manitoba (Canada), Jay delle famosissime Mayo Clinic (USA), Isabelle dell’Università di Montreal (Canada), Josè Fernandez capo del fund raising della Navarra University (Spagna) e Maurice della Croce Rossa Americana in Florida (Usa). Altri tavoli con altre cause, le più varie, dai ministri della chiesa Luterana, alle università, dagli asili ai centri medici, ecc. Passo la serata a farmi raccontare e a raccontare esperienze di fund raising, le più varie e le più strane, gli emergenti problemi di privacy (anche gli americani iniziano a sentirli), il divieto di mandare cartoline con scritto Merry Christmas (Buon Natale) per non perdere i finanziamenti statali, l’esperienza incredibile di Maurice che è stato con la Croce Rossa in decine di posti nel mondo, ogni racconto è uno spunto, un’idea nuova.
Domenica si torna a casa, non conto le ore, non conto i minuti, conto i secondi che mi mancano al mio rientro a casa. Un viaggio studio-ricerca interessantissimo e utilissimo (ho materiale nuovo per i prossimi 10 anni…) ma, ho voglia di casa!