Siamo a Pasqua e io voglio parlare di “Bene Comune”.
Vedo i dibattititi e ne rimango un po’ colpito e un po’ amareggiato. Le parole sono in disordine: l’interesse collettivo NON è il bene comune, e non sempre corrisponde. Nel libro Oltre la giustizia, Agnes Heller presenta un esempio interessante che mi può aiutare a introdurre l’oggetto del mio post di oggi, il “Bene comune”. Ecco l’esempio.
In una certa comunità scarseggia l’acqua, la comunità non ne può usufruire illimitatamente. Se la popolazione non giungerà ad un accordo, in breve sarà insufficiente persino per le esigenze primarie. L’accordo non è facile perché la popolazione è divisa in 3 gruppi dalle esigenze molto differenti:
- c’è chi ne ha bisogno per bere
- chi ne vuole produrre energia elettrica
- chi vuole riempirsi la piscina
Naturalmente la prima soluzione possibile è quella di non mettersi d’ accordo e di affrontare la via dell’anarchia, del conflitto sociale generalizzato senza regole. Dal mio punto di vista, la via dell’anarchia è una non-soluzione, è la vittoria del puro prepotere. Il mio post finirebbe qui (e probabilmente anche gli altri commenti sarebbero superflui…. in questa società di lupi), dal momento che anarchia NON è MAI bene comune.
Le diverse teorie della giustizia politica, dello stato, e perciò anche del bene comune hanno indicato alcune possibili soluzioni a questa situazione. Queste soluzioni sono messe in atto da quelle organizzazioni NONprofit che si chiamano Partiti….(sì, i partiti sono organizzazioni nonprofit!), ma quanti di loro si ricordano ancora che tutto nasce dal “Bene Comune”?
Il dialogo reale tra i cittadini, lo scambio di opinione per individuare quale opinione sia vera o falsa, per fissare un ordine di importanza tra esigenze conflittuali deve accompagnarsi al riconoscimento PREVIO che questo dialogo deve mirare alla verità razionale. Non è vero che il Bene Comune si realizza solo accantonando la verità.
Quello che è chiaro è che per raggiungere il Bene Comune: – i gruppi sociali devono – sacrificare la ricerca e la difesa della verità a cui siamo – sono – pervenuti. No. Anzi. E’ sulla base delle convinzioni veritative dei singoli e dei gruppi che si può arrivare a riconoscere l’esistenza di una verità sul Bene Comune, sul fine cioè che tutti i cittadini – uniti in società politica – devono raggiungere. Dialogo veritativo su base razionale.
S. Tommaso – Non vi è persona più aperta di lui al dialogo, perché egli è pienamente convinto che la ragione sia in grado di legare tutti gli uomini. All’inizio della sua Contra Gentiles afferma infatti che dovendo rivolgersi a dei non cristiani occorre potersi riferire a ciò che accomuna ogni essere umano, cioè la loro razionalità. Colui che punta al dialogo con le coscienze non può essere tacciato di intolleranza, perché sostiene appunto che la forza di questa intima voce, immagine di una comune origine da Dio, sia maggiore della forza del potere economico, politico, o perfino delle armi. E’ invece chi manca di questa consapevolezza, proclamando la debolezza della ragione e la sua incapacità di raggiungere una verità stabile ed oggettiva, a ritenere più facilmente che il valore delle idee dipenda dalla forza con cui si gridano.Il contrattualismo cieco di fronte ai valori lascia qui il posto a un dialogo veritativo, in cui la libertà ottiene dalla verità sulla persona il criterio di scelta.
Soluzione del problema della comunità a cui scarseggia l’acqua. Se il fine da realizzare è il Bene Comune delle persone unite in società, occorre mettere l’obiettivo di ciascun gruppo sociale in relazione con quel fine. Quel fine ci dà l’ordine di distribuzione dell’acqua. Usciamo finalmente dall’impasse della libertà autonoma radicale. – prima vengono coloro che ne hanno bisogno per vivere (BERE) – poi coloro che devono soddisfare esigenze primarie (ENERGIA ELETTRICA) – poi quelli che vogliono soddisfare bisogni superflui (PISCINA)
In questo caso, facile risolvere l’ordine di precedenza.
Nella realtà non è così facile. Ma se quelle particolari organizzazioni nonprofit chiamate “Partiti” non servono a questo, a cosa servono???
Buona Pasqua, a tutti, ovvero Buona ricerca del Bene Comune a tutti, cristiani e non cristiani.
Buona Pasqua con la stessa serietà che trovate negli occhi di un bambino che chiede…il Bene!