16 Gennaio 2008

Vale la pena continuare?

Vi invio due testimonianze di due ex-studenti del Master in Fund Raising “nude e crude” da leggere e se volete da commentare. La domanda finale a cui cerco di dare risposta è: “Vale la pena continuare ad essere fundraiser anche se…

La prima testimonianza

Faccio progettazione su bandi presso un cliente e raccolta fondi con l’altro. Purtroppo mancano i budget perchè manca una cultura anglosassone del no profit: si vogliono i soldi senza investirli, senza rischiare, senza cambiare immagine, senza mettersi in gioco. In questi sei, sette anni mi è sembrato di vivere tutte le resistenze organizzative che avevo visto durante il corso di laurea: potrei fare case studies all’infinito.

Introdurre una cultura di mercato nel terzo settore assistito pubblicamente è la svolta
ancora da compiere, dal mio punto di vista. Senza contare l’assenza di un mercato del lavoro degno di tale nome: io lavoro grazie a conoscenze, in senso buono, ma sempre conoscenze che hanno generato fiducia e senso di appartenenza nelle persone che mi danno da lavorare. Il master è stato un punto a favore, ma mai sono stati valutati i risultati.

Bene, non so quanto questa riflessione/testimonianza di getto ti possa essere utile, ma ti prego di prenderla come un piccolo segno di apprezzamento ed incoraggiamento.
Ciao.

Il treno delle opportunità

La seconda testimonianza

Cari colleghi,
in un anno e 4 mesi di esperienza come fund raiser posso dire di averdedicato me stessa in questo lavoro, appassionatamente e con grande motivazione.
Grazie a me l’Associazione ha raccolto 35.000 euro nel 2007: il mailing per il tesseramento è andato molto bene, la cena di gala idem, la lotteria di beneficenza lo stesso. Altre iniziative secondarie che ho portato avanti sono state la vendita delle uova di Pasqua, un paio di sponsorizzazioni sociali/sportive, la creazione e la messa a punto di un database in access che da 300 è arrivato a 6.600 indirizzi; le uscite sulla stampa locale, le bomboniere solidali e il Cinque per Mille che ha portato 36.000 euro.
Sono riuscita a creare nuovi donatori e a fidelizzare quelli esistenti, ho messo a punto per la prima volta una raccolta fondi strutturata, partendo dal piano strategico di fund raising. Il mio apporto è stato enorme e, nonostante precedenti tentativi di rivolgersi a consulenti esterni siano andati a monte, ritendo di aver dato una svolta nel luogo dove ho svolto lo stage.
4 mesi di stage, 6 mesi di tirocinio e 6 mesi di co.co.pro. La mia busta paga di dicembre, percepita stamattina, è di soli 488,95 euro.
Vale la pena continuare?

La mia risposta

Si, si vale la pena. Il risultato c’e’ stato, l’impegno, la voglia, la motivazione anche. Puoi solo migliorare e migliorerai. Bisogna aver la pazienza di aspettare, specie in questo momento storico, ma poi l’effetto rebound (rimbalzo) arriverà, ne sono convinto. Magari non in quella organizzazione, magari in altre, ma arriverà. Il gusto di rendere giustizia al mondo, non deve abbandonarti. Le carriere professionali dei ragionieri sono fatte così: 100 oggi, 110 fra un anno, 120 fra due anni, 130 fra tre anni e così via; le carriere professionali dei fundraiser sono molto di piu’ fatte in questo modo: 12 oggi, 8 fra un anno, 11 fra due anni, 400 fra tre anni, 320 fra quattro anni, 500 fra cinque anni, e così via. Occorre decidere il da farsi, compatibilmente con i propri desideri e le proprie possibilità. Sono qua, per qualunque cosa. VM

[Foto di confusedivision sotto licenza creative commons]

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