Laura, una lettrice di questo blog, mi ha segnalato un articolo del quotidiano La Stampa che ironizza sulla professione del fundraiser. Invito tutti a leggerlo (cliccando qui) e commentarlo, magari scrivendo all’autore cos’è la professione del fundraiser.
L’articolo di Gramellini, per certi aspetti simpatico, in realtà era piu’ sull’uso dell’inglese che sulla professione di fundraiser, quindi non bisogna esagerare, ma in ogni caso il problema rimane.
Provate a pensare se una cosa come quella che ha detto Gramellini, fosse stato detta su chi “vende bomboniere”, ci sarebbe stato immediatamente la reazione piccata di un carneade qualunque tipo, presidente dell’ “Associazione dei Bombonieristi Italiani” (ABI??) che avrebbe dato subito luogo ad una smentita da parte di Gramellini. Visto niente di simile in questo caso?
Un articolo come questo è dovuto alla totale mancanza di visibilità mediatica del “fundraiser”. L’assenza quasi totale nei circuiti di pensiero e di azione della stampa di coloro che procurano e generano “filantropia” (per dirla in modo laico), o “carità” che dir si voglia, è una grave mancanza di tutto il movimento dei fundraiser e degli operatori dei fundraising professionisti. In questo senso il Festival del Fundraising, è senz’altro una gigantesca novità nel panorama dell araccolta fondi italiana, e sta iniziando a togliere dalla testa delle persone che fare i fundraiser, non può essere compito di un “eroe solitario”, e soprattutto che va reso “visibile” l'”invisibile”, va reso “visibile” il grande lavoro “invisibile” che tantissimi operatori del fundraising stanno facendo e hanno fatto in questi anni. Ma ci rendiamo conto che i fundraiser italiani sono coloro che hanno fatto, per certi aspetti, la storia del nonprofit italiano? I vari Lentati, Bartoli, Contucci, Zagni, ma anche i Girotti, Giganti, Ferrrara, Fusi, per dire solo quelli che ricordo in questo momento, ma soprattutto le centinaia di operatori sileziosi, che nessuno conosce ma che lavorano e lavorano e lavorano!
Nella Chiesa Cattolica ogni giorno si festeggia un santo (il mio onomastico è il 28 gennaio, san Valerio), ma poi il 1 novembre si festeggiano tutti i santi che non hanno fama ma che lo sono “sul campo”. La festa di Tutti i Santi (diventata in inglese Halloween, cioè “all heaven”, cioè tutti in cielo), andrebbe fatta anche in Italia per i fundraiser sconosciuti: “la Festa di Tutti i Fundraiser”. Visto che Tutti i Santi è 1 novembre, Tutti i Fundraiser, facciamo il 2 novembre?
P.s. Il 2 novembre è il mio compleanno…..non sarebbe un bel regalo dalla comunità dei fundraiser…. ;-)))))