Ricevo, a fine luglio, una newsletter da Parent Project Onlus, intitolata “COSTRETTI A CHIUDERE” (vedi il pdf).
Naturalmente ho subito la curiosità di aprirla, per capire che cosa stesse succedendo.
La newsletter (una specie di manifesto mortuario: bordo nero, titolo in bianco su fascia nera) spiega che l’associazione dal 1° di settembre dovrà chiudere perché il Ministero del Welfare non si decide ad erogare i fondi stabiliti. Segue una chiamata alla mobilitazione generale, sia suggerendo di scrivere al Ministro perché faccia quello che deve, sia chiedendo nuove donazioni.
Dopo qualche giorno arriva una nuova comunicazione (vedi il pdf): il Ministro ha fatto pervenire i fondi e “giustamente” in tanti hanno donato, così Parent Project Onlus proseguirà la sua attività.
Ora, quel che mi domando è: ma era proprio necessario ricorrere ad un sensazionalismo così forte? Dovevano proprio essere usati quei toni e quel richiamo così potente alla morte?
Non sarebbe stato più corretto mostrarsi giustamente indignati per la mancanza del Ministero, chiedendo esattamente gli stessi aiuti (partecipazione alla petizione e richiesta di nuove donazioni) ma senza giocare sull’emozione spinta? Non poteva essere una grande occasione per coinvolgere più “profondamente” i propri sostenitori?
Se fra un mese, un anno o due succederà la stessa cosa, faranno una nuova iniziativa come questa? E otterranno gli stessi risultati?