All’ultimo corso di alta formazione ho avuto il piacere di avere in classe uno studenti “sordo” (o si dice non udente?). Ne sono rimasto particolarmente colpito. Si tratta di Camillo Galluccio (foto con me), presidente dell’Ente Nazionale Sordi. Persona attenta, vogliosa di scoprire il fundraising che ha capito che con i fondi pubblici non si può fare tutto quello che si dovrebbe fare.Dpo aver incontrato persone come lui, sempre di più mi rendo conto che certe disabilità esistono e non si può fare finta di niente, ma se ci si impegna tutti si può davvero fare in modo che i sordi possano fare tutto, tranne che sentire.
Ma in generale devo dire che l’ultima classe del CAF (foto mentre applaudono “alla maniera” dei sordi) che è appena incominciata è davvero notevole. Nella mia prima lezione di venerdì e sabato scorso avrò avuto 50 forse 100 domande. Era un continuo. E, lo devo ammettere, non c’e’ piacere più grande per un formatore ricevere tante buone domande. Non sempre capitano classi così desiderose di scoprire cos’è il fundraising, come applicarlo concretamente, spesso si cerca invece dal formatore una soluzione, una ricetta, una cura che lenisca tutti i problemi di raccolta fondi di una organizzazione nonprofit…
Non è così però ci vuole tenacia, forza, volontà di applicare quanto imparato: non bastano i consigli, per quanto utili di un formatore, ci vuole una forte coesione di tutti coloro, volontari e non, che fanno parte di una associazione.