
A distanza di poco tempo dalla precedente ricevo una seconda e-mail relativa ad una esperienza di volontariato in Africa; bella come la prima, ve la propongo per intero:
«Carissimo Professore,
le scrivo perché ci tengo a condividere con lei la bellissima e importante esperienza che ho avuto la fortuna di vivere quest’estate.
Sono appena tornata dall’Etiopia, dove sono stata per un mese e mezzo a lavorare come volontaria per un’associazione di Cento (Fe). Il mio compito era quello di organizzare una sorta di centro estivo per bambini, in modo da toglierli dalla strada nel periodo in cui non sono aperte
le scuole.
Il primo giorno mi sono spaventata e ho pensato di non farcela, perché mi sono trovata di fronte a ben 700 ragazzi e bimbi dai 5 ai 17 anni. Superato il primo impatto e i primi ostacoli dovuti anche alla lingua, mi sono fatta coraggio e ho trovato una carica che qui mai avevo tirato fuori.
Ogni giorni i sorrisi e gli occhi di quelle splendide persone che mi circondavano, mi hanno fatta sentire sempre più forte e dotata di una carica
positiva inesauribile. Alla fine, con poche risorse a disposizione, siamo riusciti a fare un lavoro bellissimo e a regalare un’estate indimenticabile per tutti i bambini di Adwa. E anche per me è stata un’esperienza che mi ha cambiata e che mi rimarrà nel cuore per tutta vita.
Ora ho imparato ad apprezzare le piccole cose più di prima e cerco di vedere sempre i lati positivi in tutto ciò che mi accade.
Anche dal punto di vista professionale sento di essermi arricchita tantissimo. Ricordo quando nelle sue lezioni ci diceva che spesso le suore missionarie
sono le migliori fundraiser da cui si potrebbe imparare molto… e così per me è stato!
La missione esiste ormai da una ventina d’anni, e se ci si ferma all’apparenza, la struttura è talmente curata e all’avanguardia che può sembrare un hotel a 4 stelle, ma è nella profondità delle cose che bisogna andare.
E’ stato solo grazie alla tenacia e alla abilità di Suor Laura che ora tutto esiste. Grazie al coraggio di una donna che ha vissuto per mesi in una tenda e che è
stata poi così abile da trovare fondi in tutto il mondo per riuscire a costruire quella che è la missione oggi.
La missione di Adwa, la famiglia e la speranza per migliaia di bambini, che senza l’abilità di una fundraiser eccellente, non avrebbero avuto la possiblità
oggi di raccontarmi le loro commuoventi storie.
Ricordo anche quando lei, alla nostra domanda sul perché come esame finale ci facesse scrivere una biografia, ci rispose: perché il vostro lavoro sarà quello
di raccontare storie… e di questo ho avuto la certezza mentre ero in Africa…. Ogni sera a cena ricevevo lezioni di fundraising preziosissime, perché ogni giorni mi veniva raccontata una storia diversa, drammatica, commuovente, che mi ha colpito nel profondo del cuore.
E ora che sono tornata ho come scopo quello di riuscire a raccontarle per riuscire a suscitare emozioni simili al maggiore numero di persone.
A presto
Roberta Costamagna»
E noi siamo qui, pronti ad ascoltare il tuo racconto…