19 Luglio 2010

Dal Master in Fundraising agli USA


Da una ex studentessa del Master, che ora lavora in un’onp negli USA, ecco un’email in cui mi vengono chiesti consigli ed io volentieri rispondo tra le righe (in corsivo). Buona Lettura. VM

Caro Prof. Valerio Melandri,
Come sta?
Le scrivo dal Garibaldi-Meucci Museum, New York, dove lavoro felicemente come Resource Developer. Nel 2008 ho frequentato il master in fundraising (ero quella che pendolava dalla Germania) e ora mi rivolgo a Lei per un consiglio.
guarda che mi ricordo molto bene di te! e della tua pazienza con il nostro Don Paolo quando gli traducevi le cose..
Il prossimo anno sara` il 150mo anniversario dell’Unita` d’Italia e ho pensato che potrebbe essere una ricorrenza interessante per lanciare una raccolta di capitali. L’obiettivo e` quello di costituire un Unrestricted Endowment Fund sufficientemente grande da poterne usare gli interessi per sostenere parte delle spese ordinarie di gestione del museo –che e` piccolo. Mi piacerebbe avventurarmi in una Campagna di Capitali anomala, e piuttosto ambiziosa, I Nuove Mille (The New Mille), e cioe` raccogliere 1000 donazioni da altrettanti donatori, o meglio 1089, esattamente quanti erano I Garibaldini allo sbarco a Marsala da 1000US$ ciascuna.
bello!
Il concetto a grosse linee e`: come, grazie ai mille volontari, Garibaldi pote` realizzare i suoi ideali di giustizia e liberta` e unificare l’Italia cosi`, grazie ai Nuovi Mille, il Museo a lui intitolato continuera` ad operare, tenendo vivo il patrimonio culturale italiano in America. Il naming giochera` un ruolo essenziale vista la natura altamente simbolica ed emotiva della campagna.
bellissimo, ma dopo ai donatori cosa rimane? solo naming opportunities? e dove nell’anticamera? all’ingresso? dove?
Cosi`piatta, la campagna farebbe strage di tutti gli insegnamenti ricevuti al master (in termini di % di grandi, medie e piccole donazioni) -una specie di campagna capitali comunista(!)- oppure potrei aggiusatrla nel senso che, chi dona 10.000$ ha diritto a 10 naming.
Direi che in virtù’ di quello che dona uno riceve più’ spazio secondo un accordo cm/euro (vedi festival del fundraising e lezioni di sponsor)
Altro pensiero. Come le raggiungo 10.000 o piu` persone? Devo assoulutamente trovare un accesso ai mezzi di comunicazione di massa, smuovere un qualche studioso/giornalista importante, insomma degli opinion leader, altrimenti non arrivo mai.
direi che non è con le comunicazioni di massa che puoi ottenere questo tipo di donazioni. Si tratta di fare 1 per uno i donatori (direi fra i 7000 e gli 8000) facendo dei faccia a faccia personalizzati, specialmente se il museo è piccolo non userei assolutamente mezzi come il direct, al limite il telefono, meglio il face to face.
Ma quanti siete a chiedere? 1000 per 1000 fa 1000.000 di euro, spero davvero che tu non ritenga sola soletta di poter fare questo tipo di raccolta. Tieni presente che quando sei riuscita a fare 500 appuntamenti in un anno è un grandissimo successo (direi che 300 è più’ ragionevole), quindi fai tu i conti 7000/500 significa che almeno 7 o 8 persone in due anni devo aiutarti.
E’ ovvio che se riesci ad andare a colpo sicuro, se riesci a ottenere qualche donazione attraverso lettere super personalizzate (non mailing) puoi abbassare la percentuale e portare a casa una donazione ogni tre appuntamenti e in tal caso necessiti di almeno 3000 appuntamenti ovvero 5-6 persone per due anni. NOn meno!
Si è pur vero che i testimonial sono importanti, but again, far suonare l’orchestra è importante, è utile, crea emozione, eleva i cuori, ecc ma il fundraiser è il bigliettaio che fa pagare l’ingresso al concerto, è quello che controlla che tutti paghino per entrare in teatro e non solo che scatena la passione.
Perché no ci sentiamo via skype?  skype e’ economico e ci si vede facilmente, a dopo e grazie e buon lavoro!
VM

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