Da questa settimana terrò una rubrica settimanale sul settimanale (cartaceo) Vita. La rubrica si chiamerà Fundream. Sarà un “a tu per tu” a proposito del fundraising, con i lettori. Ecco un assaggio:
Penso che il mio più grande problema all’inizio di questo lavoro sia stato sopportare l’impressione che mi dava: era come se “chiedessi l’elemosina”. E tuttora mi viene in mente che questo potrebbe essere il grande malinteso, con cui veniamo percepiti. Ne ho avuto conferma anche l’altra sera, in occasione di Halloween e i miei figli non riuscivano a capire quando mi lamentavo di dover chiedere “dolcetto o scherzetto”. La sera stessa, però, mia figlia, la mia amatissima figlia, mi ha detto “babbo, non ti piace Halloween?” e ho risposto “mi sembra che trasformi un po’ i bimbi in dei mendicanti, quasi in accattoni” e lei ha detto “un po’ come nel tuo lavoro babbo?”. E mi sono reso conto, ancora una volta, che quello è il modo in cui la gente ci vede. Porgiamo le nostre mani chiedendo denaro, chiedendo l’elemosina.
Credo che le persone temano un po’ i fundraiser: temono che gli si possa chiedere qualcosa che loro non vogliono fare. Sono comunque convinto che ci sia grande dignità in questa professione. Credo che il compito dei fundraiser sia raccontare una storia e presentare l’opportunità di donare qualcosa che si ha, sia esso il denaro o il tempo, una risorsa.
Credo che la chiave del successo sia riconoscere che da una parte ci sono le persone con i loro mezzi, le loro carriere di successo e la loro vita famigliare, che hanno delle risorse da condividere e che magari ora non sono più in quella fase della loro vita “sto acquisendo risorse” , ma nella fase “posso condividere queste risorse…” mentre dall’altra parte, c’è un’organizzazione che fa grandi cose… a cui ti sei appassionato, che ti entusiasma.
Incontrando queste persone, puoi scoprire i loro interessi: per cosa vogliono lasciare un lascito o fare una donazione in vita, (e noi speriamo che la facciano ancora in vita…). Quindi non si tratta di elemosina, ma di un modello che fa incontrare le loro necessità, i loro desideri e interessi con i nostri, con quelli dell’organizzazione. E chi permette questo incontro, cioè il fundraiser svolge un ruolo fondamentale per entrambi: non si tratta solo di denaro, certo, uno dà soldi all’altro, ma è soprattutto l’amicizia che ne nasce ad essere un beneficio per entrambe le parti. Non è solo fundraising, è fundream!