29 Luglio 2010

La posta del cuore del fundraising

Mi scrive sempre un mio studente: condivido con i lettori del blog questa sua e-mail perchè credo si riesca così e sempre di più a toccare il “cuore” del fundraising, quello concreto, non quello solo sulla carta, quello che tramuta teoria e strategia in azioni e in fondi raccolti.
C’è sempre da imparare!!! VM

La mia risposta
che mito!
questa volta non ti lascio nel dubbio di non aver ricevuto, ma la risposta necessita un chiarimento tuo…tu cosa vuoi fare da grande? te ne vai da quella cooperativa, come pensavo facessi, oppure rimani?
qui sta il nocciolo della questione.
Se rimani, sei riuscito a creare un’emergenza (soldi) un comitato e hai l’autorevolezza per guidarlo…cose che riuscire a fare in un’organizzazione normale ci vuole piu’ o meno …2 anni! dunque uno ne approfitta e trasforma questo comitato buoni pasto in comitato fundraising e tu diventi il condottiero. Io vengo gratis a fare una riunione con sta gente.
SE te ne vai, trovati un paio di visite mediche da fare alle prossime volte e tutto si sgonfierà in un paio di settimane e nessuno ricorderà la tua proposta, peccato epr i tuoi amici che non mangeranno piu’…e di questo passo non daranno neppure piu’ da mangiare ai propri familiari…
giovedi ne parliamo con calma e molto volentieri,
voglio che mi racconti anche delle tue nozze…mi dicono che si vuole spostare la lezione. Io sono d’accordo a patto che mi inviti..(e noi siamo in 5 = 2 + 3)
ciao

vm

La lettera dello studente
Caro prof. Melandri,
approfitto ancora di lei per sottoporre alla sua attenzione questo caso che mi è capitato…e per inaugurare la rubrica “LA POSTA DEL CUORE DEL FUND RAISING”. Circa un mese fa il mio CDA, che possiede una capacità di vision pari a quella di una talpa con gli occhiali, porta in assemblea soci le proposte per contenere i costi vista la prospettiva di un nuovo bilancio in rosso.
Tra queste proposte vi è l’eliminazione completa del benefit dei buoni pasto per i dipendenti per un totale di circa 13.000,00 euro di risparmio annuale. Seguono alcuni deboli commenti dei soci, qualcuno pro CDA (altre talpe con gli occhiali) qualcun altro timidamente contro…

Al che prendo la parola e mi permetto di evidenziare come sia triste che il CDA porti in assemblea delle proposte di risparmio e magari non porti invece uno stimolo su come la cooperativa, con il coinvolgimento dei soci, possa darsi da fare per recuperare 13.000 euro all’anno. Insomma un intervneto di buon senso in cui provo a suggerire una rotta propositiva, invece di una restrittiva…
Reazione prima perplessa e poi qualcuno inizia a dire…”però paolo non ha tutti i torti…”. Piano piano nasce l’idea di un gruppo di soci volontari (una sorta di primo cerchio dei costituenti) che lavori ad alcune proposte da portare al CDA ed all’assemblea…
Io intervengo dicendo che ovviamente ne vorrei fare parte, ma che secondo me è necessario che nel gruppo entri una talpa con gli occhiali…cioè un membro del CDA…

Il presidente sbianca, balbetta e dice che non ha tempo, che segue già mille cose, che il CDA la sua proposta e il suo sforzo lo ha già fatto… Fortunatamente un membro del CDA perde gli occhiali, mi dà ragione e si propone di rappresentare il CDA in questo gruppo di lavoro…con annesso sguardo piccato del presidente.
Risultato: lunedì scorso un gruppo di sei soci si è trovato per iniziare a ragionare; io non potevo esserci per una visita dal medico (mannaggia ho i polmoni un pò malmessi)però ho scritto un documento di tre pagine ed alcune piccole e semplici proposte…
Le confesso che sono perplesso; qui è nato un gruppo di volontari che vuole semplicemente difendere un proprio legittimo privilegio (il buono pasto), il presidente rema contro…non c’è alcun pensiero su buona causa…sul fatto che fare fund raising è un processo che implica la costruzione o il consolidamento dell’identità di una cooperativa, c’è la fantasia che tale processo possa portare subito utili, senza quindi una prospettiva almeno biennale di lavoro… Insomma, non so come pormi davanti a questo gruppo di lavoro, non so se farmi dare un mandato di guidarli e coordinarli…, sento che ci sono delle aspettative su di me e non so neanche se ho voglia di mettere a disposizione le competenze che sto acquisendo al master…per i buoni pasto…

Cosa mi consiglia? Quante volte a lezione abbiamo citato esempi così…vero? Grazie per l’attenzione Ci vediamo giovedì prossimo Cari saluti Paolo

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