Ancora una volta il nonprofit si trova a dover fronteggiare un certo modo che ha lo Stato di comprendere la ricchezza ed il valore prodotto dal settore nonprofit. Credo che l’attuale aumento delle tariffe postali per il nonprofit derivi da una logica di equiparare tale realtà al settore profit e dunque di metterle entrambe sullo stesso piano, anche concorrenziale.
Ma non è così: se aumentano le tariffe postali per il settore nonprofit mettiamo a rischio migliaia di realtà che si troveranno a spendere di più in comunicazione e diminuire i budget relativi ai programmi di assistenza, sviluppo, educazione, etc. che sono fondamentali per rendere compiuta la missione della stessa organizzazione nonprofit.
Spero che l’appello lanciato da Vita che sottoscrivo e invito a sottoscrivere cliccando sull’immagine qui a fianco, abbia successo e che i fundraiser italiani sappiano unirsi, fare fronte, fare amalgama per far comprendere al legislatore come tale norma non aiuta nè le organizzazioni nonprofit, nè le casse dello Stato Italiano. Se togli le risorse alle organizzazioni nonprofit i risultati sono due:
- Molte persone cercheranno e chiederanno quei servizi offerti dagli enti nonprofit agli enti locali
- Altre persone cercheranno quei servizi offerti dagli enti nonprofit presso aziende profit che ovviamente e giustamente applicheranno tariffe e costi superiori al settore nonprofit stesso
In un modo o nell’altro con l’aumento delle tariffe postali a perderci è lo Stato che impoverisce indirettamente il reddito dei cittadini e si dovrà trovare a fronteggiare una domanda di servizi prima offerti dal nonprofit.
P.S.: su Facebook Benedetta Spinola ha condiviso una tabella allarmante su un esempio di aumento dei costi di una campagna di acquisizione con le nuove regole. Lo potete scaricare cliccando qui