Paolo Ferrara è stato recentemente docente al Master in Fund Raising, ha tenuto una lezione che, a quanto dicono non solo i numeri (i voti che ogni studente fa a fine lezione sul docente e che ci servono per migliorare di anno in anno la didattica) ma anche i commenti sul suo blog ha centrato l’obiettivo.
Condivido inoltre quanto scrive (lo potete leggere qui o di seguito) sull’attività di formatore dalla quale anche io traggo molte riflessioni, pensieri, idee ed energie per migliorare non solo la formazione stessa, ma anche le modalità con cui fare fundraising.
Fare formazione non vuole solamente dire “parlare ad un pubblico”, ma anche ascoltare questo pubblico, sentire le loro storie, le loro esperienze nel fundraising.
Buona lettura!
VM
Qualche giorno fa chiacchierando con Valerio Melandri gli confidavo che l’attività di formatore costituisce per me una fonte continua di stimoli e di interesse.
La preparazione di ogni nuova lezione è già di per sé vivificante. E’ l’occasione per mettere ordine nei cassetti della mente, riprendere in mano le suggestioni così come ti si sono presentate peregrinando nel mondo del non-profit, della comunicazione e del marketing, metterle in rapporto una con l’altra, ponderarle alla luce dei dati di “mercato”, verificarle sulla base della propria esperienza, dei propri errori e dei propri successi oltre che dello studio e dare forma a tutto questo sotto forma di narrazione, tenendo sempre a mente quello che per me è l’obiettivo di ogni attività educativa: aprire la mente a nuove domande, a nuovi stimoli ma anche a un modo nuovo di organizzare le proprie conoscenze, oltre che a nuovi “saperi” e “saper fare”.
C’è però nella formazione un aspetto che definirei misterioso e che per me è la ragione vera della passione per la formazione. Quell’esperienza sempre unica e sempre arrichente che nasce dalla relazione. Una relazione in cui entro io, come formatore e come persona, entrano le mie conoscenze, il lavoro di preparazione fatto a monte e la mia disponibilità all’incontro e all’ascolto. Ma in cui entra anche il contesto di classe. La cornice in cui è stata inserita. La qualità del lavoro svolto dalla scuola di formazione, dai tutor, dai formatori che mi hanno preceduto, dal personale amministrativo. E in cui entra, elemento tanto imponderabile quanto fondamentale, la classe stessa.
Quando questa relazione funziona come un incastro fare il formatore per me diventa un premio, non un nuovo lavoro. E ci sono momenti, come l’ultima lezione del Master in Fundraising di Forlì sul Fundraising online dove, ve lo assicuro, l’esperienza diventa davvero gratificante.
Questo post lo voglio dedicare proprio a chi mi ha regalato questa esperienza: un grazie di cuore ai ragazzi che stanno dietro l’organizzazione del Master in Fundraising e del corso sul Fundraising Online, Adele, Chiara, Simona e Francesco, a Valerio Melandri, che questa squadra l’ha costituita, e soprattutto a ALESSANDRO, CHIARA, MANUELA, SIMONA, ALESSANDRA, SARA, ELISABETTA, PAOLA, ELISABETTA, CARMEN, GIULIA, FRANCESCO, MARCO, RICCARDO, MASSIMILIANO, MONICA, MONICA, GIULIA, PAOLO, PAOLA, LAURA, PATRIZIA, ANGIE e DANIELE, la fantastica classe che ha lavorato e ha accettato anche di giocare con me… e spero entri presto nel fan club di Lost (e noi ci siamo capiti 😉 ).
Ragazzi, senza di voi non sarebbe stata la stessa cosa! Grazie mille.
Per chi fosse interessato, i prossimi appuntamenti sono:
– Bocconi, 29 aprile
– Festival del Fundraising, dal 12 al 14 maggio
– Monza, 8 giugno (con un corso sulla Comunicazione per il Non-profit organizzato da CSV, Fondazione della Comunità di Monza e Brianza, Forum del III settore e Brianza Solidale)
– Torino, 24 e 25 settembre con una due giorni organizzata dal Cesvot (per il mondo del volontariato)
– Forlì, 10 e 11 novembre, per il tradizionale appuntamento con il corso avanzato della Fundraising School in Internet e Fundraising (http://www.fundraisingschool.it/corsoformazioneinternetfundraising.html)
A presto