Un uomo di marketing mi dice che invidia il settore non profit, perché qui, con una valida causa sociale da difendere, si può vendere senza limiti di prezzo; si può chiedere e ancora chiedere, mentre ciò non è possibile del profit, dove nessuno ti comprerà mai un Mocio sopra i 18, 50 euro. Siamo così fortunati? Io me lo sono chiesto nell’articolo su Vita Magazine del 15 luglio.
Nell’articolo su Vita Magazine del 22 luglio, spiego la differenza tra la materialità e la finitudine di una macchina, un cellulare o un altro bene di consumo comune, ed il fascino di un bene non profit: il suo essere infinito, prodotto di uno scambio, tra fundraiser e donatore, che dura potenzialmente per sempre, persino più del bel noto diamante. In due parole: no limits!