28 Dicembre 2011

Ricevo da Andrea Verde, e mi sembra interessante la sua osservazione…

Ricevo da Andrea Verde, ammistratore delegato della Ravess snc, un’azienda di Face to face, e rilancio per una eventuale discussione…

Non so se molti di voi hanno letto l’articolo uscito qualche giorno fa su La Repubblica edizione di Milano (19-12-2011) dove veniva descritta l’attività di un dialogatore di World Vision, assunto da una “società” di Face to Face. Nell’articolo si mette a nudo l’attività di questa società, si parla di netti di poche centinaia di euro, di’obblighi di fare 5 Rid per prendere il fisso, di turni massacranti e di false promesse. Nell’articolo viene anche bistrattato il nostro lavoro e sicuramente vengono messi in luce solo i punti negativi di questa attività, neanche uno positive e noi, tutti noi, sappiamo che ce ne sono moltissimi. Poiché ad oggi viviamo in una situazione molto difficile vista la crisi e la tipologia del nostro lavoro invito tutti con il cuore, visto che io sono innamorato di questa attività, a prestare ancora più attenzione a ciò che facciamo e soprattutto a chi ci rivolgiamo.

Ora, io sono un piccolissimo tassello di questo meraviglioso mondo che è il settore no profit, costituito da Associazioni internazionali straordinarie, ma tutti noi dobbiamo stare più attenti ai dettagli.

Se tutti o quasi hanno firmato un Codice Etico delle Buone Prassi del Dialogatore dobbiamo fortemente credere in quegli articoli che lo compongono. Non mi riferisco al calendario delle location e dei turni ma a quegli aspetti etici che legano il dialogatore all’Associazione, all’Agenzia ed al lavoro che sta facendo. Capisco il lavoro e le difficoltà di tutti ma non leghiamoci a qualsiasi tipo di Società o Agenzia arrivi sul mercato pur di avere un socio in più, mettiamo il nostro interesse comune prima di tutto, non possiamo rovinare un’attività di questo tipo per un giornalista che scrive di ciò che non sa. Non avrebbe mai scritto se si fosse presentato uno dei 95 dialogatori su 100 che invece amano questo lavoro dicendogli che raccogliere fondi e aiutare una Onlus è il suo pane quotidiano e una gioia immensa. Ma per scrivere due righe che denigra il vostro ed il mio lavoro allora si.

Dobbiamo difendere il nostro lavoro dagli attacchi quotidiani, però tutto questa attenzione dipende da noi, da voi che siete il motore di questa attività e da noi che quotidianamente rappresentiamo il vostro impegno. Riprendiamo in mano il Codice Etico, utilizziamolo, prestiamo più attenzione, difendiamo ciò che ci serve per procurare fondi e che serve per far sviluppare i vostri progetti che sono la base di tutto questo.

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