8 Giugno 2016

Begli esempi di come far sentire il donatore apprezzato per quello che ha fatto

ringraziare-valerio-melandri

Grazie. Serve sempre.

Il GRAZIE, nel fundraising è tutto. Ci ho persino scritto un capitolo di un libro sull’importanza del grazie (a proposito, per chi vuole saperne di più ecco l’elenco dei miei libri). Ho tantissimi esempi di come ringraziare da vedere e da farvi vedere (due sono sotto), ma forse in estrema sintesi direi che le cose importanti sono:

  • CONOSCERE  –   mostrare che sappiamo chi è il donatore, che lo conosciamo;
  • CAUSA  – ricordare gli obiettivi per cui abbiamo chiesto la donazione: sapere ciò di cui si parla;
  • IMPATTO –  raccontare bene perché tu sei stato importante.

Ieri ho ricevuto una lettera di ringraziamento per una donazione (di tempo) che ho fatto.

Ciao Valerio, volevo esprimere il mio più sincero e profondo grazie per la tua presenza oggi a Milano con i vertici di XXX. Non era una cosa dovuta e quindi la tua presenza ha avuto un valore maggiore.

Tutto questo si somma alle altre attenzione riservate nei nostri confronti e forse alle volte non riconosciute e ringraziato in maniera piena da parte nostra. E’ anche vero che personalmente non è mio carattere essere troppo espansivo, ed XXX è peggio di me in questo.

Grazie ancora, buon tutto
alla prossima

XXX”.

Mi conosce, mi dice a cosa è servita la mia presenza, mi dice la buona causa. Sono solo poche righe, ma perbacco quanto è potente e personale! Mi svela qualcosa di sé, mi manda un messaggio di sincero apprezzamento, ma soprattutto di voglia di essere linkato a me, “ben oltre” la semplice donazione.

Ma davvero ci vuole così tanto a fare una lettera del genere?

Ora voi mi direte: ma non si può mica ringraziare tutti per uno per uno!!! A parte il fatto che non è sempre vero, anzi. Ad esempio un consiglio di amministrazione che funziona dovrebbe secondo me passare 20 minuti ogni seduta a SCRIVERE LETTERE DI RINGRAZIAMENTO, in modo che anche loro capiscano che cosa fanno i donatori e perché sono importanti.

Ma se proprio non si può, almeno si può provare con una cosa così:

Carissimo

Sono passati un paio di mesi dall’evento a cui hai partecipato e sicuramente sarete curiosi di sapere cosa ne è stato delle vostre donazioni.

Questa è una lista di bambini che può partecipare a programmi di attività extra-scolastica grazie a voi:

  • Bridget, 15 anni. Prende lezioni di chitarra. In parte pagati dalla Youth Culture Fund, in parte da voi!
  • Ilias, 8 anni. Fa kickboxing ora. La Youth Culture Fund paga le tasse di iscrizione, voi pagate i vestiti e gli accessori.
  • Sofia, 15 anni. Sta prendendo lezioni di ballo con Dance-Dancing grazie a voi!
  • Ilijah, 4 anni. Prende lezioni di ballo con Da Move ed è entusiasta. Quando sarà più grande vuole andare a “Holland’s Got Talent”!
  • Michael, 11 anni. Vuole essere il nuovo Bill Gates. Prende lezioni di informatica con Code Cult.
  • Shinin e Anwar, 12 e 9 anni, fratello e sorella. Prendono lezioni di boxe, pagate dalla Youth Culture Fund. Voi pagate i vestiti e gli accessori.
  • Jayla, 10 anni. È una ballerina provetta e prende lezioni da Lucia Marthas. In parte pagate dalla Youth Culture Fund: ma siccome sono molto costose, noi ci mettiamo il resto.
  • Rochano, 12 anni. Fa kickboxing.
  • Tre gemelli di 6 anni di Amsterdam ora seguono un programma educativo online.
  • Hassimiou, 9 anni. Va a cavallo: prende lezioni in una fattoria di Ijburg, pagate in parte dalla Youth Culture Fund, in parte da voi!

Non abbiamo ancora finito i soldi: quindi andremo avanti!

Cordiali saluti”.

Parla di 10 piccole storie di vita reale, di 10 famiglie in difficoltà e di 13 bambini che lottano per realizzare i loro sogni, o anche solo per giocare e divertirsi. E i donatori l’hanno reso possibile.

È ONESTA.

1- Si prendono i meriti solo di quello che hanno veramente fatto, ed è un atteggiamento molto più umile di quello della maggior parte delle nonprofit.

2 – C’è scritto che fanno delle scelte anche di attività più costose: e a noi va bene, perché se Jayla ha talento noi siamo ben contenti di stimolarlo.

3 – Non hanno ancora finito i soldi! Quando mai lo sentite dire? Mi ha fatto capire che prendono la mia donazione seriamente, senza sperperare. E mi ha fatto venire voglia di donare di nuovo.

È PRECISA.

Non lascia dubbi su come sono stati spesi i soldi.

È SENZA FRONZOLI.

Una semplice email, senza grafiche, senza indirizzi di profili social, senza altre mille richieste di denaro.

Ogni tanto le organizzazioni nonprofit dovrebbero trarre insegnamento dalle piccole. Meno marketing. Più immediatezza. E più informazioni su cosa ne è stato dei soldi dei donatori!

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