Tempo fa parlavo con un mio studente sui suoi dubbi sul Master in Fundraising. Mi diceva che comunque il Master in Fundraising dà delle competenze che sono troppo specifiche per essere utilizzati da altre parti.
Forte della mia ultima esperienza di lavoro, gli ho detto…col cavolo.
Gli ho detto che se le aziende curassero veramente i clienti come noi impariamo a trattare bene e curare il donatore, farebbero molti più soldi.
Le aziende profit non hanno la più pallida idea di come trattare il cliente.
Ho visto una azienda che faceva direct email marketing, almeno così aveva la presunzione di fare. In realtà faceva spam.
Il master ti insegna come scrivere, come va strutturata una lettera, una mail.
Mi ha obiettato che sono due cose diverse chiedere una donazione e vendere.
Gli ho risposto che se avessero fato direct email marketing come lo insegnano Daniele Fusi e Giancarla Pancione, avrebbero ottenuto più risultati.
Anche le lezioni di Ganluca Sordiglioni sul database le utilizzi nel profit, per l’attenzione e la cura che devi mettere per ogni singolo cliente. Quante volte mi è capitato avere dei clienti che non mi danno la Partita Iva???
Pure il Corporte Fundraising serve. Ti insegna l’approccio con i nuovi clienti BtoB. Ma se facessi l’elenco di corsi che ci sono, troverei altri 100 motivi per far capire che nel nonprofit ci sta il profit e non viceversa (ma questo è tutto un altro discorso che devo affrontare in un altro post)
Sicuramente il Master in Fundraising dà tante competenze utilizzabili nel mondo profit. Moltissime.
VM