Abbiamo superato la metà di gennaio: questo significa che, se non avete ancora programmato un piano di fundraising per il 2016, siete vergognosamente in ritardo!
Cosa state aspettando?
Un piano di fundraising ben fatto è essenziale per il vostro successo come fundraiser. Solo che non è facile. Lo so, alcuni di voi si annoiano a morte. Io a volte preferisco correggere i compiti dei miei figli. Ma d’altronde non esistono trucchi o segreti per programmare le strategie lungo il corso dell’anno: ogni caso è diverso. Io per esempio faccio così.
Prima di iniziare a buttare giù una bozza di progetto, parto facendomi un elenco di domande a cui il mio piano deve rispondere. Per esempio:
- Qual è il mio obiettivo? Ma non qualcosa di generico, come: “fare più soldi”. Mi devo dare un obiettivo chiaro, preciso, altrimenti è fuffa!
- Da dove devo ricavare questi soldi? Quanto dai singoli donatori? Quanto dalle fondazioni? Quanto dagli eventi? Cerco di usare più fonti e più strategie, così avrò delle alternative se una campagna non va come pensavo.
- A chi chiedo le donazioni? Mi faccio una lista di potenziali donatori a cui andare a chiedere. Possibilmente bella lunga!
- Quando le chiedo? Prendo il calendario Pirelli che mi ha regalato il mio meccanico, e comincio a scriverci sopra ogni genere di deadline, di evento, qualsiasi cosa. Così ogni tanto ho una scusa per sfogliarlo!
- Quanto chiedo ad ogni donatore? Serve un po’ di ricerca, ma vale la pena essere sicuri per non chiedere troppo, o troppo poco.
- Come do seguito ad una donazione? Meglio sapere in anticipo come ringraziare un donatore, non vi pare?
- Quanto tempo lasciar passare prima di chiedere una nuova donazione? Non bisogna aver paura di chiedere più volte durante l’anno: se sono stato bravo a costruire relazioni con i donatori, saranno loro per primi a volermi aiutare regolarmente!
E voi, come l’avete scritto il vostro piano di raccolta per il 2016?
Fatemi sapere!
A presto!
VM