Sono invitato a chiacchierare con un gruppo di giovani universitari in un collegio universitario.
E’ una chiacchierata informale dopo pranzo che loro chiamano con un nome bellissimo “Tertulia” (che in spagnolo vuol dire appunto “circolo”).
Mi dicono: “raccontaci qualche aneddoto, qualche storia della tua vita nel fundraising”. Che bella domanda! Quella in cui mi trovo meglio.
Raccontare storie è la mia passione, d’altronde mi chiamo “melandri” che deriva dal greco (chi l’ha studiato…) Mel-Andros, cioè Uomo-Melodico. Mi hanno detto, non so se sia vero, che può voler dire che i miei antenati erano “cantastorie”.
E io ho raccontato un paio di episodi da ridere che mi sono capitati. Mi sono divertito!
Un fundraiser non deve essere in grado solo di raccontare belle storie, ma le deve raccontare in modo magico. Secondo me ci sono almeno tre regole per fare una storia “magica”:
1 – La vostra storia deve essere RILEVANTE per il pubblico a cui parlate. Deve parlare al LORO mondo, non solo al vostro. Una guida turistica che non guarda in faccia i turisti annoia!
2 – La vostra storia deve AGGANCIARLI. Buttate giù qualche idea per catturare la loro attenzione. Se scrivete, scrivete dei titoli di giornale. Come se foste i titolari di un quotidiano.
3 – Devete avere una MORALE. Che è un’azione da fare, un pensiero bello, una conferma di qualcosa che avevi loro annunciato, qualcosa che faccia capire loro che avete pensato a loro. Breve, non fatela lunga, annuncia che sta per finire, e quando sta per finire…buon divertimento!
Conosco molta gente che sa raccontare storie, perché io di solito ascolto e interrogo molto piuttosto che parlare… ma perbacco, la prima volta che so che quello che mi ha raccontato una storia non ha detto la verità, anche se era il migliore cantastorie, non lo ascolto. Basta poco per perdere fiducia come cantastorie, basta una sola balla e ci si rovina la carriera…quindi il P.S. è la cosa più importante: che la storia si VERA!
Non sapete come raccontare la vostra storia? Al Festival ne vedremo delle belle… emozionanti, commuoventi, VERE e soprattutto racccontate così bene che vi faranno stare male. C’è chi usa solo le parole e chi punta tutto sulle immagini. Dovete saper scegliere lo strumento giusto per fare storytelling e farlo bene.
Le plenarie del Festival saranno dedicate proprio a questo:
show, don’t tell o tell don’t show?!?