La frase più dannosa del linguaggio è: “E’ sempre stato fatto in quel modo.”. – Grace Hopper
Uno dei modi di dire più famosi è quello di “pensare fuori dagli schemi”. Non sono un amante di questa espressione: chiunque sa apprezzare la radicale, scomoda, controversa natura della trasformazione, ma non puoi pensare fuori dagli schemi a meno che tu non comprenda completamente quale sia l’essenza stessa dello schema in cui sei immerso e che sta formando la tua mente. Cercare di pensare fuori dagli schemi senza prima aver attuato una profonda riflessione riguardante il sistema in cui ci si trova ha come naturale conseguenza quella di concepire l’innovazione sbagliata.
I lettori meno giovani sicuramente si ricorderanno che c’è stata un’epoca, parliamo della Preistoria ormai, in cui le valigie non avevano le ruote: dovevamo sollevarle o trascinarle avanti e indietro per tutto l’aeroporto. Tempo fa mi è capitato di rivedere una vecchia pubblicità degli anni ’70 di una famosa azienda che fabbrica questo tipo di prodotto: avevano creato una valigia più resistente, con un manico più morbido, che rendeva più facile trascinarla. Questo è un esempio lampante di innovazione sbagliata, derivante dal non aver compreso perfettamente la natura di un problema.
La domanda da porsi è: come faccio a pensare fuori dagli schemi? Per comprendere la natura del problema occorre rallentare e prendersi un po’ di tempo per riflettere in questo mondo frenetico: c’è bisogno di dedicare molte energie alla comprensione dell’essenza intrinseca di una questione. Per fare un altro esempio: la maggior parte delle scale mobili in Europa si accende solo quando una persona si avvicina ad esse, e si spegne una volta utilizzate. Si tratta di un’idea meravigliosa, perché permette di risparmiare energia, mentre negli Stati Uniti le scale mobili risultano perennemente in movimento, caratteristica che le rende meno efficienti. Per questo si tratta di un’innovazione molto complicata da concepire in America: l’incessante moto delle scale mobili è diventata una cosa talmente invasiva e persistente che oramai è qualcosa di invisibile all’occhio dell’uomo medio, e non c’è cosa più difficile da notare che l’invisibile.