C’e’ The Chronicle of Philanthropy negli Stati Uniti, e chi non lo legge nel settore nonprofit non rimane nel settore per molto.
Io sono ancora abbonato (digitale), perchè rimani in contatto. Poi c’e’ poco altro in giro per il mondo. Noi italiani abbiamo Vita. E siamo fortunati.
Lo leggo da sempre. Prima settimanale in un formato cartaceo gigante, (tipo Repubblica), poi mensile, adesso libro- mensile. Sono proprio curioso di leggere il primo numero e di averlo in mano. A me sembra, come al solito un’idea curata. Magari non la più innovativa, ma tutto quello che fa Riccardo Bonacina e i suoi è “curato”, proprio secondo l’ “I care” di Don Milani. Si vede che ci tiene e che lo fa con cura. Lo dico e lo ridico.
In questi 20 anni lui ci ha tenuto insieme, molto di più di tanti inutili forum o tavoli di discussioni. Lui, la sua tenacia, umiltà, gentilezza umana e soprattutto capacità di guardarti con profondità. E’ una delle poche persone che, pur facendo l’editorialista (e quindi non solo il giornalista, e quindi esprimendo giudizi e opinioni) non ti fa venire la voglia di andare via, se afferma cose che sono contrarie a quelle in cui pensi.
Con Vita a volte non si è d’accordo, ma quello è un motivo per leggerlo di più e capire meglio. E questa capacità la si deve al gruppo e al leader che in questi anni hanno imparato e poi ci hanno insegnato a “parlare” al nonprofit.
Quindi grazie Riccardo (Bonacina) e Giuseppe (Frangi) e in bocca al lupo per il nuovo Vita!