Ho avuto il piacere di essere intervistato da ASSIF che mi ha fatto delle interessanti domande sulla terza edizione del Fundraising Day che si terrà il 21 ottobre a Forlì. Non dimenticate che il 18 ottobre scande la tariffa scontata. Iscrivetevi!!
Per chi se la fosse persa, ecco l’intervista.
Buongiorno Valerio Melandri. Inziamo subito parlando del fundraising e della professione dei fundraiser. In questo momento stanno vivendo un periodo di intenso cambiamento. Secondo lei quali sono le sfide che caratterizzeranno il nostro mondo nei prossimi anni?
La sfida più importante è far capire al terzo settore e alle organizzazioni nonprofit che l’attività di fundraising sarà sempre più importante e fondamentale per far crescere i loro progetti ed essere sostenibili nel tempo. L’altro versante su cui lavorare è anche la società in cui viviamo. Dobbiamo far crescere la cultura del dono e rendere riconoscibile il nostro lavoro fra le persone comuni. Quella del fundraiser è una professione con la P maiuscola, importante. Vorrei spingermi oltre e dire indispensabile. I tempi non sono ancora maturi per dirlo ma lo saranno presto.
Ovviamente non possiamo non citare la Riforma del Terzo Settore. Dalla sua posizione privilegiata, sempre a contatto con fundraiser e organizzazioni, quale ricadute vede per la professione dei fundraiser?
Con la Riforma del Terzo Settore per la prima volta la nostra professione ottiene il giusto riconoscimento e si può dire che finalmente si inizia ad andare nella giusta direzione. Prima la raccolta fondi e il fundraising potevano essere tante cose. Ora si riconosce che la nostra è un’attività complessa e che può (e secondo me deve) essere fatta in maniera organizzata e continuativa.
In questa fase di trasformazione l’aggiornamento continuo e il confronto tra colleghi assume un ruolo ancora più importante. Come nasce l’idea del Fundraising Day?
Il Fundraising Day è un mini Festival Del Fundraising concentrato in un solo giorno e dedicato ad un determinato argomento. È la migliore occasione per fare il punto della situazione e aggiornarsi sulle best practice di successo in un determinato campo. Per agevolare i fundraiser e le organizzazioni nonprofit, facciamo questa giornata di aggiornamento/approfondimento il sabato. Come sempre, cerchiamo di chiamare i migliori relatori italiani e internazionali che possano portare la loro esperienza diretta. Insomma, poca teoria, poche chiacchiere e tanta sostanza e tante idee da portare a casa e mettere subito in pratica.
La prima edizione era dedicata al mondo digitale mentre l’anno scorso si è parlato di cura del donatore. Come mai avete deciso di riproporre il tema della raccolta fondi online?
Perchè è un tema molto caldo, attuale e molto richiesto. Il digital è un mondo in rapida evoluzione. C’è molta attenzione e curiosità verso questo strumento che in Italia non è ancora decollato del tutto. C’è voglia di sapere se funziona veramente, come e quando porta risultati e, soprattutto, quali tipi di risultati aspettarsi. Molte organizzazioni nonprofit pensano che basti fare una campagna di crowdfundig e poi questa porterà soldi da sola. Non sanno tutto il lavoro quotidiano che ci sta dietro. Questo e molto altro scoprirete al Fundraising Day.
Per un fundraiser che partecipa per la prima volta quali sono le tre sessioni che non può perdere per nessuna ragione al mondo?
Abbiamo cercato di dare spazio sia all’esperienza di grandi organizzazioni – e infatti abbiamo le testimonianze di realtà come Medici senza Frontiere, Greenpeace, ActionAid, Lega del Filo d’Oro e Terre des Hommes – sia a case history di piccole e medie organizzazioni.
Non mancheranno anche sessioni super pratiche: abbiamo ben 2 laboratori. Uno dedicato al web copywriting e uno più tecnico che spiega come costruire i pubblici delle campagne adv su Facebook e non solo.
Sessioni imperdibili anche quelle dei relatori internazionali. Asha Curran ci presenterà in anteprima per l’Italia il progetto #GivingTuesday e come le organizzazioni possono sfruttare questa piattaforma, ci sarà il pioniere delle trasformazioni digitali Jason Potts e il massimo esperto di global digital fundraising Jorge Minguell che ha curato la digital strategy di colossi come UNICEF e Croce Rossa Internazionale.
Ci sarà anche chi sostiene che il web non serve a nulla….guarda un po’! Quindi… si può dire che ce n’è per tutti i gusti!!!
E se le chiedessi di riassumere il Fundraising Day in tre parole?
Pratico, Innovativo, Indispensabile.
Avendo avuto lei modo di conoscere il mondo dei fundraiser in America e in altri Paesi, quali pensa siano gli elementi distintivi dei professionisti italiani e quali spunti potrebbero mutuare dai loro colleghi anglosassoni?
I fundraiser italiani sono molto creativi perchè spesso hanno a disposizione budget molto piccoli per non dire nulli e devono comunque portare a casa dei risultati. Questo li rende più caparbi, determinati, innovativi, sempre pronti a mettersi in gioco e a trovare nuovi modi di raccogliere fondi.
I fundraiser anglosassoni dalla loro parte hanno una sorta di riconoscimento della loro professione che in un qualche modo fa parte della cultura e della società in cui operano. Questo li rende molto più sicuri in quello che fanno, crea una certa unità nella professione che, alla lunga, è importante anche per il mercato del lavoro dei fundraiser stessi.
Per chiudere, la fatidica domanda che a tutti i fundraiser almeno una volta nella vita è stata fatta: cosa rende il fundraiser la più bella professione del mondo? E in Italia?
Sinceramente non ho ancora trovato un lavoro che sia più divertente e appagante di quella del fundraiser. Veramente, non saprei cosa possa dare maggiori soddisfazioni nel far felici la gente. Perchè è questo che siamo noi fundraiser. Dei portatori di felicità. Nella società in cui viviamo, nel mondo di oggi in cui basta aprire qualsiasi giornale o guardare un telegiornale in cui il 99% sono solo notizie negative, credo che abbiamo una missione straordinaria da compiere e che solo noi possiamo fare. Noi possiamo migliorare concretamente il mondo.
In Italia questa professione è straordinariamente bella e affascinante perchè il mondo del fudnraising e la cultura del dono, sono ancora da costruire. C’è ancora tantissimo da fare. E questa è la fase più affascinante di un lavoro. Perchè siamo all’inizio di un lungo percorso. Vedo l’entusiasmo alle stelle, c’è tanto da fare e ci sono gli spazi per fare veramente tante cose.
Grazie Valerio Melandri. Diamo allora appuntamento a tutti i fundraiser al 21 ottobre al Fundraising Day