Oggi vi presentiamo Linda Perlaska di fondazione lene thun onlus. Scopriamo insieme l’importante causa della fondazione per cui lavora e il ruolo che ricopre Linda come fundraiser.
Il poco da tanti
Fare del bene non deve essere una prerogativa solo di chi ha i mezzi economici, tutti possiamo contribuire a donare sorrisi! Basta poco per fare felici gli altri. Di formazione giurista, Linda è impegnata nel sociale da sempre. Ha trasformato una sua passione in lavoro, ovvero quello di impegnarsi nelle attività socialmente utili. Da 5 Anni lavora a Fondazione Lene Thun Onlus, dove ora ricopre il ruolo di Fund Raising Manager.
“Di cosa si occupa la fondazione in cui lavori?”
La Fondazione Lene Thun ONLUS realizza progetti di terapia ricreativa attraverso la modellazione ceramica. Svolge la sua attività prevalentemente nei reparti di onco-ematologia pediatrica dei principali ospedali italiani.
L’efficacia della terapia ricreativa è inoltre riconosciuta scientificamente. Diventa così un reale sostegno alla terapia medico farmacologica, trasformandosi nell’anima dei nostri laboratori ceramici. La Fondazione opera prevalentemente secondo due modalità: i laboratori permanenti ed i laboratori speciali.
Il fundraising ha bisogno di umanità…
Fare la fundraiser non è stata la mia scelta dal principio. Dai tempi dell’università mi sono sempre interessata al volontariato, al nonprofit. All’inizio era soltanto un’attività da svolgere nel tempo libero che mi riempiva le mie giornate di studio, oggi invece è diventato il mio lavoro. Occuparmi degli altri è sempre stato naturale per me, forse perché provengo da una famiglia numerosa.
Quando ho iniziato a lavorare in questo campo, mi sembrava un sogno: facevo del bene e mi mantenevo nello stesso tempo.
Prima di arrivare al fundraising mi sono occupata del peopleraising. Proprio lì ho imparato li ad apprezzare i donatori, perché i volontari sono i primi donatori in assoluto che portano un beneficio enorme all’organizzazione. Amo stare insieme alle persone, creare relazioni, scoprire realtà nuove.
Per fare la fundraiser però è importante prima di tutto sperimentare sulla propria pelle la mission. In Fondazione Thun ad esempio ho formato i volontari, ho fatto io stessa la volontaria, perché viverla in prima persona ti aiuta ad essere autentica nel raccontare ai donatori che cosa fa la tua organizzazione e di che cosa ha bisogno.
“Che consiglio ti sentiresti di dare ai tuoi futuri giovani colleghi”?
Gli direi che qualsiasi lavoro richiede preparazione, competenza e studio.
Nel fundraising però serve qualcosa di più, un elevato senso di umanità. Se si ha anche quest’ultima caratteristica si possono raggiungere grandissimi risultati.