Face to Face & Fondazioni: come cambia il modo di comunicare con i donatori
Ascolta l’esperienza di due giovani talenti del fundraising italiano: Giordana Giambanco & Stefano Talone. Due ruoli diversi nel fundraising, ma tanta voglia di sperimentare e un’idea in comune: il modo di comunicare con i donatori sta cambiando, sia che si tratti di persone che incontri per strada, che di raccolta fondi con le Fondazioni.
Giordana Giambanco, Partnership e F2F Location Oxfam Italia, Master in Fundraising di Forlì 2015
Giordana dice di sé:
Mi piace definire la mia vita un movimento di idee, luoghi e persone. Ho una laurea in Economia dello sviluppo e lo zaino sempre pronto. Nel mio percorso professionale si intrecciano fundraising, creatività e comunicazione. Ho fatto del dialogo e dell’attivismo la mia passione e il mio lavoro!
Cosa vuol dire fare Face to Face in questo momento? Cosa è cambiato nel tuo lavoro?
È stato un anno molto difficile e intenso e questo ha significato dover riprogrammare tutto di settimana in settimana. In Oxfam, abbiamo deciso di adottare una strategia e un metodo di lavoro condiviso con tutto il team che ci ha permesso di incrementare le attività sul digitale ma soprattutto rafforzare l’offline, in particolare il Face to Face. Abbiamo incrementato le attività sul digital mettendo in atto alcune operazioni di direct web acquisition e incrementato i volumi sulla lead generation e la conversion, sia per ottenere un obiettivo di raccolta fondi ma anche per tenere in moto i nostri team di F2F (In House e Agenzie) per tutelare la loro professione.
Le attività di location scouting e reclutamento non si sono mai fermate, abbiamo raccolto cv, attivato meccanismi di passaparola, promosso competition interne, coccolato i partner e pianificato presidi estivi. Anche a Maggio, in un momento molto delicato, non ci siamo spaventati a fare inserimenti nei team e questo ci ha portato ad aumentare il numero dei dialogatori e ad aprire nuove città.
C’è stata una grande collaborazione in ufficio con colleghi di altre aree: l’area digitale che mai si era trovata a collaborare con il Face to Face così a stretto contatto, i colleghi del telemarketing che ci hanno consigliato script e buone pratiche. Questa è stata l’idea geniale! Lo scambio di competenze è stato vincente, ci ha permesso di tirare fuori delle idee e rischiare su più fronti. Alla fine del 2020 possiamo dire di essere cresciuti molto sull’offline: nel F2F In House, nel F2F con le agenzie, oltre al fatto di aver aumentato la presenza negli Store con l’attività dei Pacchetti di Natale.
Giordana, raccontaci un’idea geniale fatta da altri che ti ha colpito in questi mesi…
Mi ha particolarmente colpita la campagna di WaterAid #GiveAShit. Questa campagna aveva come obiettivo quello di aumentare la consapevolezza delle persone e rendere più divertente un problema grave, quello della mancanza di accesso a servizi igienici sanitari sicuri, problema che ha gravi conseguenze per la vita di milioni di persone in tutto il mondo. Cosa hanno fatto? Hanno creato emoji personalizzate per le più grandi star dei social che le hanno condivise con milioni di followers. Un’app gratuita invece per consentire a chiunque di creare le proprie emoji, condividerle con gli amici e donare alla causa. La campagna ha catturato l’attenzione di giovani e anziani in 53 paesi in tutto il mondo e ha portato 11.000 nuovi sostenitori a WaterAid. Questa campagna mi è piaciuta perché mostra l’importanza della creatività, della semplicità e della partecipazione. Se qualcosa è divertente o interessante, è molto più probabile che le persone lo condividano.
Ci lasci una frase finale su fundraising?
Andate avanti, dritti sulla propria strada e testate tutto, anche quello che vi fa paura. Partite dal primo scalino!
Stefano Talone, Foundation Officer Save the Children, Master in Fundraising di Forlì 2015
Dopo un percorso da giornalista, che lo ha portato a girare Africa e Regno Unito, Stefano approda al fundraising nel 2014. Ha lavorato per diverse piccole Ong prima di arrivare a Save the Children, dove tutt’oggi ricopre il ruolo di Responsabile dei rapporti con le Fondazioni. A chi vuole intraprendere la sua carriera dice: Siate elastici! Ogni cambiamento o imprevisto può diventare un’opportunità!
Stefano raccontaci un po’ la tua carriera! Cosa è successo dopo il Master 2015?
Dopo la fine del Master ho iniziato uno stage a Save the Children Italia, poi ho vinto una borsa di studio della Regione Lazio che mi ha permesso di passare un anno a Save the Children UK dove ho potuto formarmi. Una volta terminato il mio percorso sono tornato in Italia e sono stato assunto da Save the Children Italia. Inizialmente mi sono occupato per circa tre anni di Major Donors. Adesso mi occupo di Fondazioni, di cui in parte mi occupavo anche in Inghilterra.
Stefano, raccontami un’idea geniale che hai visto in questi anni e che avresti voluto fare tu…
Si tratta di un Charity Gala, il Secret Winter Gala, a cui ho partecipato quando lavoravo per Save the Children UK. Un evento mozzafiato, fatto in una chiesa sconsacrata al centro di Londra. E la cosa impressionante era il forte coinvolgimento d tutto il Consiglio di Amministrazione, degli ambasciatori, di aziende stratosferiche, e dei donatori che partecipavano alla cena mascherati.
Si trattava di un grande evento, con circa 800 partecipanti, grazie a cui sono stati raccolti più di 3 milioni sterline tra l’asta e la vendita dei tavoli. La domanda che mi sono fatto non è “Perché non ci ho pensato io?”’, ma “Perché in Italia questa cose non si fanno?”. Noi di Save the Children Italia ci stiamo lavorando, e già in passato siamo riusciti ad organizzare degli ottimi eventi, e penso che quando la situazione tornerà alla normalità, gli eventi con i grandi donatori possano tornare ad essere delle ottime occasioni per le organizzazioni di raccogliere fondi.
Un consiglio che daresti a chi inizia ora a lavorare con le Fondazioni?
L’importante è conoscere fino in fondo i propri progetti, ciò che si va a proporre al donatore. All’inizio mi è capitato spesso di conoscere solo parzialmente i progetti e sbagliavo a non arrivare del tutto preparato, perché le Fondazioni ci tengono molto a conoscere ogni aspetto del progetto che tu, in qualità di fundraiser, gli proponi e sopratutto come l’organizzazione intende raggiungere gli obiettivi prefissati e monitorare i risultati. Quindi se dovessi dare un consiglio a chi raccoglie fondi con le Fondazioni, gli direi di conoscere bene il progetto in ogni suo aspetto. Inoltre, penso che chiunque lavori con le Fondazioni debba essere bravo a “dare valore” ai progetti della propria organizzazione.
Ci lasci con una frase sul fundraising?
Cercate di essere elastici, di adattarvi sempre alla realtà che vi circonda senza lasciarvi turbare dai cambiamenti!
Grazie a Giordana e Stefano per il loro prezioso contributo! È bello vedere quanta strada hanno fatto, dal Master in Fundraising, ai ruoli che ricoprono oggi!