Momenti particolari e nuovi hanno bisogno di proposte particolari e nuove (anche nel fundraising!)
Ecco come Aurora e Filippo hanno ri-pensato le loro attività di raccolta fondi sfruttando l’enorme potenziale che offre l’online.
Aurora Mondavi, Fundraiser Andrea Bocelli Foundation, Master in Fundraising di Forlì 2017
Al genio della lampada Aurora chiederebbe di saper parlare tutte le lingue del mondo e l’insegnamento più grande che ha ricevuto in questi anni di lavoro è che “Team work makes the dream work”. Toscana d’adozione, marchigiana nel DNA, la sua parola preferita è “empowerment” per la quale il modo migliore di comprenderla è quello di metterla in pratica! Il consiglio che darebbe a chi inizia a occuparsi ora di fundraising è “Non abbiate paura di sperimentare e sbagliare!”.
Aurora di cosa ti occupi?
Sono referente fundraiser presso l’Andrea Bocelli Foundation il cui focus è l’empowerment delle persone e delle comunità. Ci occupiamo soprattutto di educazione perché crediamo che la salute e l’istruzione siano la base per esprimere al meglio il proprio potenziale. Abbiamo 5 scuole ad Haiti ed altre 3 strutture costruite nella zona del sisma del 2016 in Italia, ma ci occupiamo anche di attività correlate a questo, per esempio ad Haiti seguiamo anche un progetto sull’approvvigionamento dell’acqua e uno sulla musica.
Raccontaci una delle ultime iniziative di successo della Fondazione…
Andrea Bocelli Foundation & Plus1: una partnership di successo
ABF realizza e perfeziona fin dalla sua nascita partnership con realtà internazionali, grazie alle quali il team è in connessione con fondazioni, aziende ed altri enti o persone fisiche che permettono di entrare in contatto con nuove ed interessanti modalità di raccolta fondi.
Grazie a ciò, il team ha negli anni conosciuto metodologie di raccolta e coinvolgimento di nuovi donatori legati al mondo della musica, dello spettacolo e di personalità riconosciute, che ben si sposano con la figura del fondatore di ABF. Tra queste, vi è Plus1, un’organizzazione americana fondata da Marika Anthony Shaw, membro della band Arcade Fire.
Believe in Christmas
ABF collabora fin dal 2019 con Plus1, coinvolgendo migliaia di spettatori da ogni parte del mondo e generando così un impatto positivo sui progetti educativi della Fondazione ad Haiti. Nell’ultimo anno, a causa della pandemia in atto, nessun concerto ha potuto aver luogo; ABF è stata così beneficiaria di un’attività legata ad un concerto in streaming, dal titolo Believe in Christmas.
Il Maestro Bocelli ha scelto il Teatro Regio di Parma per la realizzazione dello spettacolo distribuito in esclusiva in live streaming mondiale il 12 dicembre 2020. In diretta dal Teatro Regio di Parma e attraverso gli occhi di Virginia, sua figlia, che ha guidato gli spettatori nell’evento, Andrea Bocelli è tornato così sul palco nel periodo natalizio con un live speciale senza precedenti, legato al suo ultimo album Believe.
Gli spazi sontuosi e totalmente privi di spettatori del Teatro Regio di Parma, celebre per la sua tradizione e per il Festival Verdi, si sono mostrati alla platea mondiale che ha assistito allo spettacolo.
L’attuazione dell’idea di fundraising
ABF, cogliendo l’occasione della prossimità delle feste natalizie, ha proposto di inserire la possibilità di donare un contributo ai progetti della Fondazione al momento dell’acquisto del biglietto da parte dell’utente. Fan e utenti hanno visto quindi aggiungersi all’importo di acquisto dei biglietti un contributo di importo fisso parti a 1 euro/dollaro.
Ma l’impostazione del box permetteva di poter donare anche un importo aggiuntivo da digitare a propria discrezione, da scegliere tra 2, 5 e 10 euro/dollari. Questo step fa leva su un sentimento positivo nel cuore del potenziale donatore (acquisto di un biglietto di un concerto esclusivo dopo un anno di mancanza di eventi), che ha risposto positivamente nella maggior parte dei casi (il 46% degli utenti ha effettuato una donazione).
L’utente, perfezionato l’acquisto dei biglietti, vede addebitati sulla propria carta di credito l’importo di acquisto dei biglietti virtuali e la donazione concordata in piattaforma. Ciò è stato possibile grazie alla partnership tra ABF e Plus1 (letteralmente, “più uno”), che ha poi trasferito l’importo raccolto alla Fondazione che è riuscita a raccogliere con questa iniziativa circa 80.000 dollari.
I risultati:
Lo show ha rappresentato un successo senza precedenti per la musica classica: oltre 70.000 utenti unici connessi da 120 Paesi, si stimano 200.000 utenti connessi in contemporanea da vari devices.
Aurora, un’idea geniale che hai visto in giro e ti ha colpito?
Avrei voluto avere io la brillante idea di organizzare un concerto live da fruire direttamente da casa, come quello organizzato ad aprile 2020, da Global Citizen e promosso da Lady Gaga, su richiesta di UN e World Health Organization. Il fine dell’attività è stato sostenere le azioni del WHO in contrasto alla diffusione del virus Covid-19, unendo il mondo in una serata di musica e di raccolta fondi. Grazie ad un ingente numero di eccezionali artisti è nato One World – Together at Home.
Il concerto è stato organizzato e reso fruibile su varie piattaforme, a livello globale, in modo da celebrare e sostenere i lavoratori in campo medico in prima linea, tramite donazione online su apposita landing page ed una campagna di mobile-text-giving attiva solo negli Stati Uniti. Oltre a raccogliere fondi per la causa appena illustrata, l’incredibile show di 8 ore si è rivelato un eccezionale momento di virtual activism, in cui numerosissimi global citizens si sono uniti, virtualmente, in un momento di isolamento per fare la differenza: la diffusione tramite social media è stata capillare ed erano oltre 80 sono gli artisti e presentatori che hanno partecipato allo show.
La campagna ha raccolto quasi 130 milioni di dollari: 55,1 milioni destinati al finanziamento di un fondo di solidarietà dell’Oms per la risposta alla crisi pandemica, i restanti 72,8 milioni sono stati destinati a varie organizzazioni nonprofit.
Filippo Ciampa, Fundraiser Ass. Bambini Chirurgici del Burlo Onlus, Master in Fundraising di Forlì 2016
L’insegnamento più grande che Filippo ha ricevuto in questi anni di lavoro è saper riconoscere il valore delle parole “sacrificio” e “umiltà”, e la voglia di migliorarsi sempre. Il consiglio che darebbe a chi inizia a occuparsi ora di fundraising è “formati, scegli un’organizzazione di cui condividi pienamente la mission, sporcati le mani, aggiornati continuamente”.
Filippo, qual’è stata l’ultima campagna di successo di Ass. Bambini Chirurgici del Burlo Onlus?
Il dilemma
Data l’incertezza che ha caratterizzato tutto il 2020 causa Covid, anche la campagna Natale di A.B.C. ha subito per forza di causa maggiore alcuni rallentamenti, che, almeno in una prima fase, non ci hanno permesso di pianificare puntualmente la campagna come negli anni precedenti, soprattutto da un punto di vista di sicurezza di approvvigionamento dei prodotti che caratterizzano la proposta “Catalogo di Natale”.
Era difficile organizzarsi con le aziende produttrici in quelle difficili settimane di pandemia e soprattutto era difficile impostare un budget di investimento preciso su Natale data l’incertezza del momento.
Cosa abbiamo deciso di fare
La nostra idea è stata quindi quella di creare una grande rete di aziende, che, in questo anno particolare, hanno scelto di dare un messaggio di collaborazione e sostenere una buona causa. Abbiamo cercato varie realtà produttive che, unendosi tra loro, hanno permesso di dare vita ad una proposta di altissima qualità e 100% solidale.
Gli obiettivi nello specifico erano:
- aumentare le gratuità all’interno del catalogo;
- attrarre sponsor;
- mettere a sistema le (micro)disponibilità di prodotti che arrivano e che spesso sono difficili di gestire logisticamente
Dato che si è cercato di avere la maggior parte dei prodotti ottenuti a titolo gratuito, questi erano soggetti a disponibilità e quantità variabili. Tutti i prodotti ricevuti sono stati messi sul “Catalogo di Natale” e offerti con donazione minima singolarmente a gruppi di acquisto e aziende, ma per via dei differenti numeri di pezzi ricevuti era difficile inserire la tipica cesta natalizia con diversi prodotti messi insieme.
L’idea
Per ovviare al problema, all’interno del “Catalogo di Natale”, abbiamo quindi deciso di inserire la “Scatola delle meraviglie di A.B.C.”, una box a sorpresa, con delle sole indicazioni generiche su cosa potesse contenere (un mix dei prodotti a catalogo: biscotti, tavoletta di cioccolato, vino e/o birra artigianale o altra bottiglia, caffè, golosità salate), ma senza la certezza precisa di ciò che si trovasse all’interno.
Questo ha permesso all’Associazione di inserire dei prodotti di volta in volta a scelta, di cui si verificava la disponibilità in itinere.
La scatola è stata proposta ad una donazione minima di 30 euro, il donatore con la donazione minima prenotava il box senza sapere esattamente cosa avrebbe trovato. Ogni scatola era diversa l’una dall’altra, e il target a cui è stata offerta (aziende e gruppi d’acquisto) ha donato senza conoscere il preciso contenuto.
In conclusione
Abbiamo trasformato un “problema”, quello di non avere numeri precisi ne uniformi nell’approvvigionamento, e di avere prodotti che rimanevano in magazzino, in un’opportunità. I risultati sono stati eccezionali:
- più di 200 scatole delle meraviglie
- più di 200 donazioni da almeno 30 euro (molte sono state superiori) quasi 10.000 €
- praticamente azzerate le rimanenze del magazzino
Il risultato globale della campagna:
- 80 ordini fra aziende, gruppi acquisto
- 57% delle aziende conferma dall’anno precedente
- € 62.000 entrate
- 35% in più rispetto al 2019
Un’idea geniale che hai visto in giro e ti ha colpito?
Mi piacerebbe fare accenno ad una modalità di cura della relazione con i donatori regolari che sta prendendo piede sempre di più in UK ma che in Italia da quanto so non fa ancora nessuno. L’uso delle box mensili per acquisire donatori regolari e far diminuire il tasso di caduta di questi.
In particolare mi piacerebbe parlare della campagna di British Red Cross dal nome Little Heroes.
La campagna era rivolta ad acquisire nuovi donatori regolari e il target di riferimento erano famiglie con bambini piccoli, dai 3 agli 8 anni.
Una volta fatta la prima donazione, si riceveva a casa ogni mese una box per un totale di 12 box all’anno con giochi ed attività da fare con i bambini. Nella prima box veniva presentato il progetto poi, ogni mese, venivano proposte le attività da fare.
È una campagna molto bella perché coinvolge in modo pro attivo i donatori.
Grazie ad Aurora e Filippo! Sono contento di vedere quanta strada hanno fatto dal Master in Fundraising ad oggi!