Non è cosi frequente che un libro (intendo un romanzo) parli espressamente di fundraising… magari in qualche film si vede (specie quelli fatti in America) una raccolta fondi, di solito ad un evento di gala. Ma in un romanzo non capita spesso.
Ora sto leggendo questo libro “La simmetria dei desideri”(l’avete letto?) quando i 4 amici, che sono al centro della storia, ad un certo punto creano un’associazione e la PRIMA cosa che fanno è… fare raccolta fondi!! Banale? mmm direi di no, ancora oggi non lo è affatto!!
Tra l’altro quello che fanno i 4 è molto semplice, ma ancora oggi in tanti non lo fanno.
Questi 4 vanno a incontrare i possibili donatori, gente che magari ha più soldi di altri, imprenditori locali e non solo.
Prima li studiano, capiscono a cosa sono interessati, cosa amano.
Cosa li appassiona.
E ora sono proprio nel punto del libro in cui stanno per incontrare un tale signor Goldmann e hanno scoperto questa cosa di lui: il signor Goldmann cerca la passion negli occhi di chi gli propone iniziative sociali, quindi si dicono “ricordiamoci di ripetere passion o passionate o passionately ogni due frasi durante la presentazione“.
E poi aggiungono nella loro presentazione le parole sustain e empowerment (è un libro del 2008 e le cose sono ancora valide oggi!!).
Una volta si usava il termine “vetting” (è un termine che viene dall’inglese veterinario, che era un po’ il lavoro che si faceva sugli animale di spulciatura, controllo accurato, esame approfondito), ma anche noi dobbiamo abituarci a fare vetting sui nostri donatori.
E lo sapete quali sono le fonti di maggior informazione sulle persone?
Sì, magari anche Facebook, ma in realtà buona parte delle informazioni viene dai giornali, locali e nazionali. Dai settimanali e mensili di settore (quelle riviste che nessuno pensa siano importanti tipo: “il meccanico”, “Il mensile dei bulloni” o magari le newsletter degli enti pubblici o delle parrocchie). Le migliori informazioni sono quelle pubbliche.
E ricordatevi che dopo che l’avete incontrato una volta, la regola è sempre la stessa:
“Il miglior informatore sul donatore, è il donatore stesso”
Buon intelligence!