Ho i miei limiti. Tanti. Ma almeno non sono una persona falsa, nè subdola, nè mascherata, come ne vedo tante.
Anzi, alcune volte eccedo in sincerità (una volta un amico mi disse: “Ricordati Valerio, che la sincerità è un valore importante, ma l’extra-sincerità è un peccato“) e, in particolare in questi anni, ho tentato di fare un grande lavoro di verità…
So chi sono, e so cosa voglio.
Cerco di amare le persone, a prescindere da quello che loro provano per me. Perché amare solo chi ti ama, non è un granché interessante.
Cerco di essere gentile, premuroso, affettuoso, mi piace trattare bene le persone, farle stare bene. Di solito, sono generoso, e mi piace che la gente stia bene.
Non dico bugie. Magari quando ero più giovane qualcuna in più, ora molto molto meno.
Di solito, caro lettore o cara lettrice, ho sempre agito in modo sincero anche nei tuoi confronti.
Sono stato anche più vero degli anni precedenti, se possibile. Scrivendoti ogni settimana in questa newsletter, ti aspetto, ti cerco, ti invito a parlare con me, e tento sempre di “donarti” qualcosa.
Perché vivo del dialogo con te. Non sono un “eroe solitario”.
Vivo grazie ai miei collaboratori e collaboratrici, colleghi e colleghe. So bene che “se perdo loro, perdo il mio futuro”. Loro non sono un branco di pecore che pascola, io non ho una corte, non sono un reuccio: siamo insieme una squadra che ogni giorno lavora unita verso obiettivi comuni.
Sono un uomo che insieme a amici e amiche fa “impresa sociale” e ci si mette di impegno per fare stare bene le persone che lavorano con lui.
Così come faccio con tutti, come ho fatto con te, in questi mesi, mio caro lettore e lettrice. Così come faccio con i miei figli, o con chiunque incontri.
Poi a volte ci sono riuscito, a volte no. Ma l’intento è sempre lo stesso: cerco solo di far stare bene la gente. Così io sto bene.
Sono uno a cui piace il lavoro che fa, ma a cui piace in generale tutto quello che fa (scrivere, leggere, studiare, andare in bici, o camminare, o guardare un film, o bere un caffè, o una birra, o persino fare la spesa, o fare del fundraising, o la politica, ecc).
Non credo che sia sbagliato cercare di far stare bene le persone. E io credo di esserne capace, perché ho un reale interesse nelle persone e cerco di farle stare bene. Così di rimando io stesso sto bene.
Nulla di speciale. Sono un semplicissimo piccolo operatore del sociale, come ce ne sono tanti altri, che porta avanti il suo lavoro onestamente, con tanta serietà e tanto impegno.
Ora vado un po’ in ferie, e fino a settembre non ti scriverò.
Ma ti ho voluto lasciare con una specie di “confessione”… Ahahah, perché le vacanze sono il tempo della riflessione…
Per cui nel salutarti in queste 3 settimane di pausa (ci rivediamo il 1 settembre), ti auguro due cose:
1- Di NON essere mai tranquillo (un po’ come me…da tutta la vita!)
2- Di goderti un poco di tempo libero (anzi come diceva mio babbo “tempo liberato”, cioè di tempo che deciderai tu come spendere).
E ricordati che nella mia vita (e anche nella tua, se ci pensi), le più grandi soddisfazioni vengono dagli Altri, quindi vale proprio la pena trattarli bene!
PS: Dovevo essere a Chicago ma un piccolo incindentino in bicicletta mi ha costretto a cancellare il volo e il soggiorno… ecco l’intervento (in inglese) che avevo preparato, per chi volesse leggerlo! Buona lettura estiva!