La settimana scorsa ho incontrato dodici aziende per parlare di CSR. È stato chiaro fin da subito: molte delle proposte che ricevono dal nonprofit finiscono nel cestino. Perché? Mancano personalizzazione e progetti chiari.
1. Le aziende non sono bancomat
Uno dei messaggi più chiari emersi è stato questo: basta con l’idea che le aziende siano distributori automatici di denaro. Se approcciamo una partnership solo chiedendo fondi, senza offrire un progetto solido e condiviso, stiamo sprecando il nostro tempo. Le aziende vogliono essere partner, non benefattori occasionali. Serve un piano chiaro, obiettivi misurabili e una strategia di lungo termine.
Domanda da farsi: Perché un’azienda dovrebbe investire in noi? Se non sai rispondere con convinzione, fermati e riformula.
2. Personalizzazione, sempre
Se raccogli fondi dalle aziende personalizza le richieste. Sono realtà fatte di persone, e le persone vogliono sentirsi ascoltate e coinvolte. Mandare una mail standard è il modo migliore per non ottenere risposta. L’ho detto durante il webinar e lo ripeto qui: una proposta ben fatta richiede studio, tempo e una buona dose di empatia. Ogni mail è una storia a sé, ogni contatto un’occasione di dialogo.
Il consiglio: Dedica un pomeriggio intero a scrivere quella mail. Fai capire che hai studiato il loro bilancio, i valori aziendali, le linee guida CSR. E se non ti rispondono? Sollecita, prova su nuovi canali, scrivi a un altro referente.
3. Progetti semplici, impatti chiari
Quante volte ci capita di imbatterci in progetti complessi, pieni di paroloni che non dicono nulla? È un errore che paghiamo caro. Le aziende hanno bisogno di progetti comprensibili e comunicabili, sia all’interno (dipendenti, dirigenti) che all’esterno (pubblico, media). “Falla semplice” dovrebbe essere il nostro mantra.
Il rischio: Se non capiscono cosa chiedi, come possono aiutarti?
4. La ricchezza di un’azienda è (anche) nei dipendenti
Se coinvolgi i dipendenti, poi arriveranno anche i fondi. Non pensare subito ai soldi, inizia pensando a come potresti coinvolgere i dipendenti delle aziende. Vivete la CSR come un’opportunità per le imprese di valorizzare le proprie persone. Tante realtà mettono a disposizione giornate di volontariato aziendale o programmi di coinvolgimento attivo dei dipendenti. Da qui si parte, perché è qui che possiamo fare la differenza, progettando attività che abbiano un impatto sia per la causa sociale che per chi partecipa. Poi arriveranno anche i contributi economici.
Spunto pratico: Pensa a come puoi coinvolgere i dipendenti, non solo la dirigenza. Il valore emotivo di un’esperienza è spesso il fattore decisivo.
5. Risultati tangibili e misurabili
Le aziende vogliono numeri, non sogni. I tuoi progetti devono essere pensati per produrre benefici concreti e risultati rendicontabili. Non dimenticare di comunicare in modo efficace cosa hai raggiunto e come, utilizzando un linguaggio chiaro e diretto.
Nota: Se non sai misurare il successo di un progetto, non aspettarti che lo faccia l’azienda per te.
In sintesi: partnership, non elemosina
Il corporate fundraising non è per tutti. È un lavoro complesso, che richiede preparazione, capacità relazionale e visione strategica. Se raccogli fondi dalle aziende personalizza le richieste. Se pensi che basti mandare una mail per ottenere fondi, mi spiace dirtelo, ma sei fuori strada. Le aziende investono dove vedono valore e progettualità.
La vera domanda non è “Come ottenere soldi dalle aziende?”, ma “Perché un’azienda dovrebbe voler investire in noi?”. Se riesci a rispondere a questa domanda, sei sulla strada giusta. Se non lo sai fare, forse è il caso di ripensare la tua strategia.
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