Nel fundraising l’80% delle donazioni viene dal 20% dei donatori e viceversa.
E come si fidelizzano? Li abbiamo fatti sentire importanti, li abbiamo emozionati, li abbiamo coinvolti.
Investire tempo (almeno 18 mesi), soldi ed energie su un grande donatore è l’unico modo per realizzare il suo pieno potenziale economico.
Se non lo emozioniamo, se non lo facciamo sentire parte della mission per cui lavoriamo, può anche essere Paperon de’ Paperoni: prima o poi scappa!
Se abbiamo troppa fretta di ricevere una sua donazione senza che prima l’abbiamo coinvolto, rischiamo di ricevere oggi 1.000 e zero domani, quando avremmo potuto invece raccogliere 10.000 investendo tempo e energie su di lui.
Dobbiamo avere rispetto per i donatori, e farli sentire importanti: ma non solo perché così domani ci possono dare di più, ma perché è giusto! Chi fa, e dà, di più, è giusto che abbia il massimo della soddisfazione per quello che ha fatto e che ha dato!
D’altronde non ci vuole molto: una testimonianza diretta, la presentazione di un progetto, un pranzo, dove gli spieghiamo l’impatto che la sua donazione ha su una causa, e la differenza che può fare un aumento del suo impegno. Investiamo tempo su di loro: solo così ci ricambieranno rimanendo fedeli per sempre alla nostra causa!
Avanti!
VM