Conosco dei grafici che pensano di essere molto bravi e molto creativi, ma che in realtà, qualche volta, non sanno fare il loro mestiere.
Fanno delle cose belle, si impegnano e ci mettono un sacco di energie, ma in realtà sprecano tempo e occasioni. E chi spreca tempo, spreca soldi. Ve lo racconto in 500 parole.
Molti di questi professionisti pensano che comunicazione voglia dire ogni volta fare delle cose sempre nuove. Innovare. Ricreare. Ribrandizzare. Risloganare (si dice?). E allora, nonostante io provi a spiegare loro che non serve cambiare sempre, soprattutto le cose che funzionano, perdono un sacco di tempo a inventare sempre e comunque messaggi e slogan nuovi.
Mentre è proprio il contrario: la ridondanza nella comunicazione è fondamentale.
La penna BIC è la penna BIC da quasi 100 anni, non è cambiata di un millimetro, e funziona. E tutti sanno che quella è una penna BIC, economica, affidabile, concreta.
Se si cambiasse anche solo la forma del cappuccio, si perderebbero clienti.
Forse tanti grafici che lavorano più per il gusto del bello, che per far funzionare le cose, dovrebbero riflettere.
Conosco mailing cartacei (il più famoso è quello del braccialetto per misurare il braccio di un bambino malnutrito) che gira da oltre 20 anni. E funziona. E nessuno si azzarda a cambiare.
I re-branding, i re-styling, le nuove idee, i nuovi slogan, o i nuovi playoff, sono di solito dei giganteschi flop in termini di efficacia. Sono belli, e moderni, e riempiono l’ego dei grafici, che così pensano di essere una specie di Picasso. Ma ottengono (in termini di efficacia) pessimi risultati.
L’uditore attento non vi riconosce più. Mentre l’uditore disattento è ininfluente (ma intanto voi avete speso tempo e denaro per rifare per l’ennesima volta la comunicazione).
Persino le vostre foto sui social (Facebook, LinkedIn, Whatsapp) dovreste tenerle immobili e fisse per 5 o 10 anni (anni, non mesi).
Se volete che la gente si ricordi di voi e vi memorizzi, dovete dar loro sempre la stessa foto, la stessa immagine. Devono poter dire, in modo implicito: “Ah è lui, sì lo conosco”, “Ah sì, è quella organizzazione, la conosco”.
Ma se i donatori devono anche metterci 5 secondi per capire chi siete, anche solo 10 secondi per comprendere il nuovo slogan, li avete disorientati. Voi pensate che mettere nel vostro profilo Whatsapp, o nella copertina di Facebook, una volta una foto in cui siete in montagna, una volta al mare, una volta sorridente, e una volta mentre parlate alla conferenza, (o magari una volta ci mettete la foto del vostro cane), funzioni. Noooooo!
Tutto questo è bello per un pensionato che vuole raccontare di sé alla propria famiglia. Ma non per chi deve raccontare, costantemente e coerentemente, di sé e della propria organizzazione.
Non siete convinti? Vi do altri motivi:
• Il pubblico cambia di continuo.
• Ogni comunicazione che fate non arriva a tutto il vostro pubblico. Ci sono giorni in cui una parte di esso è impegnata, scollegata o distratta. Gli algoritmi di visibilità limitano una parte del pubblico o la variano.
• Le idee o le percezioni devono sedimentare.
• Come accade nella pubblicità (o nella comunicazione politica) le percezioni, i concetti o le idee per radicarsi devono essere ripetuti. È una tecnica che trae origine dalla narrazione classica e dagli epiteti utilizzati continuamente da Omero per caratterizzare i personaggi che il pubblico tendeva a dimenticare. Ad esempio: Achille “piè veloce”! La ripetizione consolida il brand, Omero lo sapeva benissimo!
• Per fissare dei concetti, dovete ripeterli. Non è colpa vostra se il mondo è disordinato o pieno di distrazioni. E se non ascolta quello che dite. Se qualcosa per voi è importante, vale la pena dirlo due o più volte. La ripetizione vi dà la possibilità di migliorare, innovare e consolidare il vostro messaggio. Vi aiuta ad aumentare il vostro pubblico, economizzare gli sforzi creativi e cesellare le percezioni che volete infondere.
• Serve anche a voi: se come me usate la scrittura per fissare concetti e rafforzare aspetti del vostro lavoro o informazioni importanti, la ripetizione è fondamentale. Ma deve essere ben ponderata, avere elementi di innovazione ed essere riproposta dopo un significativo lasso di tempo.
Ripetere non significa annoiare: dirlo due volte non è un fallimento, aiuta il vostro pubblico!