Quando fuori piove ed è freddo, se vogliamo correre, usiamo il tapis roulant in palestra. Non abbiamo alternativa.
Ma ora che fuori c’è il bel tempo, è molto più bello andare a correre all’aria aperta. Non c’è paragone!
Cosa c’entra questo con il fundraising? Seguitemi, ve lo racconto in 500 parole…
Quando avvii un’azienda PROFIT, ti immergi in un vortice di pianificazione, ideazione, produzione, vendita e sforzi incessanti per farla decollare.
Il focus principale? Mantenere (e magari far crescere) i soldi nel conto corrente facendo crescere anche la vostra azienda. È come una maratona: una volta superato il traguardo, cerchi di mantenere il ritmo, evitando di sciupare ogni centesimo.
Se hai fatto un buon lavoro, la fase in cui hai investito i tuoi soldi (o te li sei fatti prestare) diventa un ricordo lontano.
In altre parole, la fase di “raccolta fondi” (per far partire la tua azienda), finisce dopo che l’hai avviata con successo.
È una corsa “all’aria aperta”: fai fatica, ma prima o poi arrivi alla meta!
Ma le organizzazioni nonprofit? Sono una cosa completamente diversa.
Non sono lì per vendere un prodotto. Sono il motore che alimenta il cambiamento, il medico di strada, l’artista che dipinge un futuro migliore, l’attivista che difende l’ambiente, la comunità famiglia che accoglie le persone con disabilità… E mentre fanno tutto questo, devono continuare a chiedere e raccogliere fondi. Sempre.
Più crescono e avviano nuovi progetti, più fondi devono cercare. È come correre su un tapis roulant: fai fatica, ma non arrivi mai alla fine.
È un tapis roulant, anche perchè spesso un terzo dei fondi raccolti finisce di nuovo nella raccolta di altri fondi! Non finiscono mai!
E non perché siano inefficienti (le organizzazioni nonprofit), ma perché lo siamo noi (donatori).
Alle organizzazioni nonprofit tocca organizzare galà sontuosi, scrivere lettere di raccolta fondi che più che semplici richieste sono realizzate con la maestria di uno scrittore da Nobel.
Insomma ci mettono un sacco di energie e di sforzi e di costi!
Perché altrimenti i donatori non li vedono. I donatori vogliono sentirsi coinvolti, speciali, parte di qualcosa di grande.
E per avere la loro attenzione non li si può trattare come numeri in una lista. Per cui occorre mettere il massimo dell’impegno e spendere molte energie (e soldi) per realizzare i migliori copy e attuare le migliori tecniche di engagement.
La raccolta fondi per le organizzazioni nonprofit, sembra essere rimasta intrappolata in un loop di direct mail, email, feste di gala e incertezze continue.
È come continuare a usare il tapis roulant anche se fuori c’è il sole!
È ora di ripensare il modo in cui facciamo le cose!
In breve, è tempo di smetterla di correre sul tapis roulant e iniziare a correre all’aria aperta, sfruttando al massimo le opportunità che il mondo moderno ci offre.
Solo allora potremo veramente liberare il potenziale delle nostre organizzazioni e fare una differenza significativa nel mondo.