Ioana Fumagalli di Amref sul blog Diario del Fundraiser ha iniziato a parlare di fundraising in tempo di crisi e specificatamente di corporate fundraising. Mi è capito l’altro giorno di parlarne a qualcuno che mi chiedeva:
Secondo la tua esperienza quale delle due opzioni seguenti risulta migliore per incanalare le donazioni?
- essere semplici e oltre al c/c postale per accedere agli altri canali indicare solo il link al sito ed il nome e il telefono di qualcuno (per esempio il mio)
- essere esaustivi subito: stampare sul retro dell’aletta tutte le altre opzioni oltre al c/c postale: coordinate bancarie, autorizzazione al prelievo dalla carta di credito, richiesta di rid con suggerimento importi etc.
Queste le mie risposte:
- quando uno ha i soldi spende e compra senza nemmeno pensarci, quando uno non li ha, vuole mille spiegazioni e fa mille confronti prima di spendere e decidersi, ecco perchè nel fundraising in periodi di crisi bisogna allungare il brodo e spiegare, spiegare spiegare molto, far capire alla gente, ripetere le cose, dare ragione di ogni richiesta. Corta è peggio di lunga, ma come sempre, bisogna testare e vedere come funziona io consiglierei sempre qualcosa di ben spiegato e ben detto, specie in questo momento storico
- nella lettera inviata non c’e’ la richiesta esplicita (quanti soldi chiediamo e per he cosa) non c’e’ la buona causa ben specificata e ben detta. (300 euro al mese per 10 mesi per sostenere il progetto/le persone, ecc…)
- ho dei test che mi dicono che nelle classi meno evolute mettere troppe scelte fa calare le donazioni perchè confonde, non mi sembra il caso della gente dei vostri attuali donatori quindi io metterei tutte le scelte in un’aletta apposta.