Il fundraiser che si innamora della sua brochure, non raccoglie soldi. La nonprofit che si innamora della propria comunicazione, non comunica affatto. Come il fotografo che si innamora della sua bravura, fa solo autoscatti.
Quando studiavo negli Stati Uniti, oltre 25 anni fa, ricordo che uno dei professori del mio corso mi si avvicinò e mi disse: “Allora Valerio come sta andando il semestre?” e io, con il tono tutto italiano di chi non vuole mai strafare mi limitai ad un normale: “Abbastanza bene”, quando in realtà avevo più o meno il massimo dei voti in ogni esame.
Ma lo dissi con quel modo di fare tutto italiano, che evita insopportabili trionfalismi e autocelebrazioni.
Il professore mi guardò stranito e mi disse: “Ma quindi non stai andando bene?”….e lì, tutta una serie di frasi tipo: “No, non intendevo dire che non vado bene, è solo che…” e lui “Ma allora perchè hai detto abbastanza” e così via in una serie di incomprensioni di linguaggi ma soprattutto di cultura.
E’ li che ho capito che la superbia è un errore, ma è vera anche la famosa frase tutta americana “Suona la tua tromba, perchè nessuno mai la suonerà per te”.
Si corre sempre il rischio di essere autocelebrativi, quando si dice “Abbiamo fatto questo, abbiamo fatto quello”. Si correi il rischio di innamorarsi del proprio arco.
Ma è un rischio che mi tocca correre, perchè qualcuno dovrà pur suonare la tromba… per dire a tutti che anche quest’anno 70 persone hanno chiesto di fare il Master il Fundraising.
L’unico Master Universitario sul Fundraising in Europa.
Prossima settimana le selezioni, e sarà una bella classe ne sono sicuro!
VM